Una ragazza giovane e decisa. E’ così che appare fin da subito Giorgia Piccini, la sedicenne urbinate (di Mercatello sul Metauro) che da quest’anno – insieme a Diletta Facchini e Isabella Antonelli – farà parte della squadra agonistica femminile del Riviera Golf, composta da tre giovanissime golfiste, pronte a competere sui campi italiani sotto l’egida del nostro campo.

Dopo che la squadra agonistica maschile, già all’attivo da alcuni anni, continua a gareggiare e ottenere risultati assolutamente in linea con le aspettative, il golf Manager del Riviera Golf – Michele Bosco – ha dato vita alla squadra in rosa, assieme a Massimiliano Tanfi che la seguirò dal punto di vista organizzativo (accompagnamenti, spostamenti, hotels).

Le ragazze saranno allenate dai professionisti della “Mauro Bianco Golf Academy” presenti sul campo marignanese, e – avendo già all’attivo numerose competizioni –  saranno coinvolte in tantissime sfide a squadre.

La squadra agonistica femminile del Riviera Golf avrà come obbiettivo quello di tenere alta la bandiera del campo e vivere appieno una passione che ormai è entrata pienamente nell’esistenza delle ragazze che ne fanno parte.

Come Giorgia, che incontriamo oggi per farle qualche domanda sul suo amore per il golf, sulle sfide che la impegneranno durante il 2018 e sulla squadra di cui fa parte, la squadra agonistica femminile del Riviera.

 

Da quanto tempo giochi a golf e come è nata la tua passione per questo sport?

Gioco da circa tre anni, quello corrente è il mio terzo anno di gare.

È iniziato tutto molto casualmente e in modo graduale. Prima di avvicinarmi al golf, praticavo la ginnastica artistica, dalla quale mi sono dovuta allontanare a causa di un problema fisico. Nel frattempo tramite alcune iniziative scolastiche, ho avuto la possibilità di recarmi più volte presso un piccolo campo pratica, dove fin da subito il mio approccio con il golf è stato assai positivo.

In seguito abbiamo partecipato ai giochi sportivi studenteschi di putt regionali e nazionali, e mi sono aggiudicata il primo posto: ed è così nata la mia passione per il golf, uno sport che mi ha conquistata sempre di più, colpo dopo colpo, giorno dopo giorno.

Anche grazie a Massimiliano Tanfi – che mi ha sempre motivata e supportata, e che accompagna me e le mie compagne di squadra in occasione dei trasferimenti e delle gare – il golf è ormai diventato parte integrante della mia vita e sono ormai tante le gare cui ho partecipato e che ricordo con emozione (in particolare
la mia prima vittoria in un Trofeo Giovanile, competizione ricca di adrenalina e tensione, soprattutto nelle ultime buche).

Nel 2018 saranno tante le sfide che mi vedranno gareggiare, sia singolarmente – portando comunque innanzi a me la bandiera del Riviera Golf – sia nell’ambito della squadra agonistica femminile di cui da quest’anno faccio orgogliosamente parte.

Alcuni sostengono che il golf sia uno sport appannaggio di solo un determinato e preciso target in termini di età, sesso, appartenenza sociale. Cosa ne pensi?

Ritengo che non ci sia assolutamente un limite di età: il golf può essere praticato da tutti, tenendo ovviamente presente che le aspettative di un giovane golfista sono diverse da quelle che motivano e caratterizzano una persona più adulta. E’ comunque uno sport dotato di grande trasversalità in termini di anagrafica, un mondo cui ci si può avvicinare a qualsiasi età, divertendosi e praticando all’aria aperta, con tutti i benefici che ne derivano.

Per quanto riguarda il sesso, sono convinta che non ci siano differenze sostanziali tra maschi e femmine, che negli ultimi hanno si stanno anzi avvicinando sempre di più al fairway, ottenendo ottimi risultati…e la squadra femminile del Riviera Golf ne è un ottimo esempio!

Infine, il preconcetto che vede il golf come appannaggio di un target dotato di potere di spesa assai elevato è ormai ampiamente superato: ci sono tante iniziative ed offerte legate a questo sport, cui ci si può avvicinare senza oneri realmente gravosi. Certo va sottolineato che – come in qualsiasi altro sport! – se si inizia a gareggiare in competizioni a livello nazionale – come accadrà alla nostra squadra agonistica femminile –  le spese legate agli spostamenti diventano necessariamente più significative.

Quali sono gli aspetti del golf che maggiormente ti affascinano e che ritieni utili per misurarti con te stessa e gli altri?

Credo che il golf rispecchi pienamente la vita e la personalità di chi lo pratica: lungo il percorso delle 18 buche emergono inevitabilmente anche le più piccole sfumature del carattere di ogni golfista, chiamato a misurarsi ad ogni colpo con sé stesso.

Amo il golf proprio per questo, poiché è una continua sfida, con le proprie paure e i propri limiti, uno sport capace di farti crescere e maturare giorno dopo giorno, sfida dopo sfida. Negli ultimi tre anni credo di essere cresciuta tantissimo e – grazie al golf – ho compreso che nella vita non bisogna arrendersi mai, ma lottare e fare sacrifici necessari ad ottenere risultati per noi importanti. E lo dimostrerò ancora una volta nell’ambito della squadra agonistica femminile del Riviera.

Fai parte della squadra agonistica femminile del Riviera Golf. Quali sono gli aspetti del campo che ami maggiormente?

E’ un campo ricco di aspetti tecnici assai interessanti: le prime nove buche, disegnate dall’architetto Luigi Rota Caremoli, risultano molto “delicate” e capaci di seguire le caratteristiche naturali del territorio in cui sono inserite, mentre le seconde nove – opera del canadese Graham Cook – ricordano un links scozzese, spesso reso difficile dalla presenza del vento. Ed è proprio la commistione tra aree così differenti che fanno del percorso del Riviera un’ottima occasione di gioco.

Inoltre, credo che il Riviera possa vantare la Club House più bella d’Italia. Mi piace molto il clima che si respira, soprattutto da quando a gestire la struttura è giunto Michele Bosco, Golf Manager con una mentalità propensa all’agonismo, aspetto che condivido pienamente e che emergerà durante le competizioni che ci vedranno coinvolte come squadra agonistica femminile.

Cosa significa per te poter affermare di far parte della squadra agonistica del Riviera?

Devo ringraziare il nostro Golf Manager Michele Bosco ed altresì il nostro accompagnatore Massimiliano Tanfi, che hanno creduto nella possibilità di dar vita a questa squadra, mirabilmente seguita dal punto di vista tecnico dalla “Mauro Bianco Golf Academy”, davvero una academy fatta da grandi professionisti capaci di prepararci al meglio alle diverse sfide che incontreremo durante la stagione 2018.

Saranno infatti tantissime le gare che affronteremo, come ad esempio i campionati regionali in aprile e il Trofeo Pallavicino per squadre giovanili femminili, occasioni importanti per far emergere la squadra agonistica femminile del Riviera Golf.

La squadra agonistica femminile è per me una splendida opportunità per poter competere all’interno di numerose gare a squadre, ed altresì per poter portare sempre più in alto il nome del Riviera Golf, che ha creduto in me e cui devo molto.

Per me è sicuramente un grande orgoglio far parte di questa squadra e ne sono onorata, e sono felice di poter condividere questa mia passione con le mie compagne, Diletta e Isabella,
ragazze simpaticissime con le quali ho uno splendido rapporto e una grande intesa dal punto di vista umano e golfistico.

Daremo il massimo per ottenere i migliori risultati possibili e far sì che la squadra agonistica femminile del Riviera Golf venga promossa in A1, questo è certo. Il mio sogno è quello di diventare
una professionista, e sono certa che, impegnandomi al massimo, potrò farcela.

Anche quest’anno quindi le sfide saranno tante e siamo certi che le ragazze sapranno mettere in pratica gli insegnamenti dei professionisti della Mauro Bianco Golf Academy per…portare al cielo la bandiera del Riviera Golf!

 

Riviera Golf: dove lo sport è solo l’inizio.

Filippo Bernabè : Insegniamo oggi ai giovani campioni di domani!

Il golf negli ultimi anni ha saputo mostrare la propria inclusività e la propria trasversalità, caratterizzandosi finalmente per ciò che è davvero, al di là dei pregiudizi: uno sport avvincente, altamente ricettivo e capace di emozionare tanti appassionati, provenienti da categorie socio-economiche, di genere e anagrafiche assai diversificate.

Uno sport amato da un pubblico sempre più vasto, che vi si accosta tramite il supporto di circoli, iniziative e professionisti sempre più mirati e strutturati.

Oggi ne parliamo con Filippo Bernabè, grande promessa del golf italiano, giovanissimo e preparatissimo maestro della “Mauro Bianco Academy” del Riviera Golf.

 

Sei giovanissimo eppure hai già dimostrato il tuo valore sul green e intrapreso un viaggio ricco di soddisfazioni e sfide. Da dove ha origine la tua passione per la pratica golfistica?

E’ un amore nato grazie a mio padre, che mi ha fatto scoprire il golf all’età di otto anni e che amavo sfidare sul campo, perché questo ci permetteva di trascorrere del tempo insieme, facendo una coinvolgente attività all’aria aperta.

Come si è sviluppato il tuo percorso nell’ambito della pratica golfistica? Quale le tappe, i momenti per te più salienti di questo tuo viaggio sul green?

Quando mi sono avvicinato al golf, l’ho fatto innanzitutto per divertirmi: per me era “solo” un gioco avvincente ed entusiasmante. Poi un giorno ho conosciuto il mio primo maestro, Verardo Matteo, che fin da subito mi ha mostrato la possibilità di fare della mia passione un mestiere: da quel momento è iniziato il mio avvicinamento al mondo dell’agonismo e delle competizioni. È stata una strada lunga e molto impegnativa, ma dopo tanti tentativi sono finalmente riuscito ad ottenere la tessera da professionista tanto sognata.

Secondo te quali sono i focus e le principali caratteristiche che distinguono il golf dagli altri sport e ne fanno un unicum?

Al contrario di tanti altri sport individuali, nel golf non si ha (quasi) mai un avversario diretto: sul green il tuo primo rivale è costituito dalla tua mente, dalle tue paure. Quando competi all’interno di una gara, quando colpisci la pallina, quando ti metti alla prova, avverti fortemente questo conflitto e davvero non c’è niente di più gratificante della possibilità di superare te stesso, colpo dopo colpo, buca dopo buca.

Delle tante competizioni, tornei, gare golfistiche, quale ti ha lasciato un segno indelebile e speciale?

Ricordo due gare in particolare che mi hanno profondamente segnato, e che ancora di tanto in tanto rivivo nella mia memoria.

La prima è stata al golf Club Marcata: il mio primo giro “sotto par” in una gara federale importante, uno score di 68 che mi ha catapultato in terza posizione, dandomi la possibilità di confrontarmi con i migliori giocatori italiani di quell’anno. Una grandissima emozione, impossibile da cancellare.

La seconda competizione che resterà impressa a lungo nella mia memoria è certamente rappresentata dai Campionati a Squadre A2: giocavo per il Riviera Golf, e, dopo la certo non brillante prestazione dell’anno precedente, partivamo sfavoriti. La soddisfazione maggiore è stata – per me che ero il capitano del team – posizionarci tra le prime sei squadre e qualificarci per gli A1. Una giornata da ricordare!

Cosa pensi dell’attuale panorama golfistico nazionale, anche in rapporto a quello internazionale?

Quello del golf – nonostante non sia uno sport che ci appartiene culturalmente e storicamente –  è per me una pratica affascinante ed avvincente, che ha bisogno di essere promossa in modo sempre più completo, programmato e strutturato.  In Italia c’è ancora tanto da lavorare: dobbiamo attivarci, creare una proficua sinergia tra le varie realtà sportive, dare vita a promozioni e campagne articolate e attivarci per aumentare sempre più il numero di neofiti, appassionati e golfisti.

Sei parte della “Mauro Bianco Academy” del Riviera Golf di San Giovanni in Marignano. Quali sono i  nuovi messaggi e i nuovi obbiettivi previsti?

È per me un grande onore cominciare a far parte di un team di maestri professionisti e lavorare a stretto contatto con Mauro Bianco e Gianfranco Riandi, grandi golfisti con alle spalle una carriera fatta di successi e sfide avvincenti.

Cercherò di affiancarli con grande attenzione ed energia, mettendocela tutta per apprendere il più possibile dalla vicinanza con due grandi campioni come loro.

Il nostro obbiettivo primario nell’ambito della  Mauro Bianco Academyè certamente far crescere il golf ed in particolare il Riviera Golf, dando la possibilità – ai golfisti già appassionati ma anche ai neofiti – di praticare all’interno di un ambiente sano e familiare, e di vivere questo sport divertendosi e migliorando colpo dopo colpo.

Cosa provi alla idea di lavorare sul green del Riviera golf?

Sono profondamente legato al green del Riviera, che mi ha visto crescere giorno dopo giorno e dove ora ho la possibilità di far coincidere la mia passione per il golf e l’amore per un lavoro che mi regala grandi soddisfazioni. Non posso davvero chiedere di più al momento: sono pronto a partire con questa nuova avventura con un grande carico di energia, passione e aspettative!

 

Sei la dimostrazione di quanto il golf possa essere amato e praticato anche dai ragazzi più giovani, energici e attivi. Quale direzione dovrebbe prendere la pratica golfistica per dimostrare la propria inclusività e trasversalità?

La scorsa estate ho potuto fare una esperienza molto formativa: ho infatti svolto il ruolo di maestro all’interno del Riviera Summer Camp, il camp estivo dedicato ai più piccoli (dai 6 agli 11 anni) e finalizzato ad avvicinare i giovanissimi alla pratica golfistica.

Per rendere la pratica golfistica ancora più fruibile ai giovani neofiti, per le attività del camp abbiamo scelto il metodo SNAG®, sistema ideale per l’approccio del golf in quanto appositamente studiato a partire dai due anni: sviluppato negli Stati Uniti, esemplifica tutti gli elementi basilari del golf, utilizzando una attrezzatura funzionale all’apprendimento dei bambini (palline contrassegnate da frecce per  visualizzare la direzione di gioco, supporti che sostituiscono la buca ed aiutano i principianti nel fare centro, bersagli simili a quelli del tiro con l’arco ed indicati a perfezionare la mira, bastoni diversificati a seconda delle diverse età). E’ certamente un metodo innovativo per avvicinare i più piccoli al golf, perché insegna la tecnica in modo divertente e naturale, partendo da sistemi di gioco che solo apparentemente sono più semplici rispetto alla classica lezione teorica, ma hanno come quest’ultima l’obiettivo di preparare tecnicamente i bambini, tenendo sempre presente la loro innata propensione al divertimento e al ludus.

Questa bellissima esperienza è stata per me centrale per capire quanto il golf possa essere apprezzato anche dai più piccoli, che –  quasi quanto innanzi ai tanto diffusi e criticati videogiochi! – si sentono spronati a tentare e ritentare all’infinito il colpo, misurandosi attimo dopo attimo con le difficoltà incontrate sul green, crescendo così attraverso la sfida contro se stessi.

Il golf è uno sport davvero trasversale e capace di far maturare i piccoli neofiti, ponendoli a contatto con valori e principi che risultano poi fondamentali anche nella quotidianità al di fuori della pratica golfistica: ad esempio, nel golf non ci sono arbitri quindi al bambino sono richiesti grande integrità e rispetto nei confronti del campo, del gioco e degli altri giocatori…davvero un grande insegnamento da trasferire dal green alla vita di tutti i giorni!

 

Cosa ti aspetti dalla nuova stagione del Riviera Golf?

Sono molto fiducioso quando penso al prossimo futuro del Riviera Golf: ho dei colleghi fantastici, entusiasti e preparati, che come me daranno certamente il massimo nell’ambito di un campo – quello del Riviera Golf – che anche nell’ultimo periodo ha conosciuto un vero e proprio cambio di marcia, attraverso il miglioramento dei servizi, la creazione di offerte altamente diversificate e il rinnovamento di uno spirito golfistico sempre più dinamico e fresco.

Sono certo che, grazie alla “Mauro Bianco Academy”, ai numerosissimi golfisti che ci seguono e ai tanti neofiti che miriamo a coinvolgere, quella che abbiamo davanti sarà una grande stagione per il nostro green e un grande momento di crescita professionale e personale anche per…Filippo Bernabè.

 

Tel. +39 0541 955009
Email info@rivieragolf.it

Gianfranco Riandi: quando il golf vive tra passione, strategia e un proficuo eterno presente.

 

Un golfista con una articolata carriera alle spalle, da sempre impegnato sul green. Uno sportivo deciso a rendere evidente la grande inclusività e la potente trasversalità insite nella pratica golfistica.

Incontriamo Gianfranco Riandi, che da quest’anno insegnerà nell’ambito della “Mauro Bianco Academy” e che ci racconta il suo amore per il golf, gli obiettivi in programma per il 2018 e le emozionanti novità targate Riviera Golf.

 

È professionista dal 1991. Da dove nasce la sua passione per la pratica golfistica?

Ho iniziato a giocare a golf a sette anni, seguendo l’esempio di mio padre, ottimo golfista che seguivo durante gli allenamenti presso il circolo all’Olgiata, a Roma, ove abitavamo. Si trattava di un centro golfistico che già allora rientrava fra i più importanti d’Italia: disegnato dall’architetto inglese Kenneth Cotton, era già un percorso insidioso che offriva la possibilità di mettersi alla prova e fare pratica.

Il mio maestro e mentore fu Ugo Grappasonni, papà di Silvio, amico di una vita. Con il fratello Guido ci allenavamo fino allo stremo.

Capii presto che, nella vita, volevo vivere e respirare il golf: ed è ciò che ho fatto e continuo a fare tuttora, con la stessa passione di sempre.

Quali sono state le tappe professionali che hanno maggiormente segnato il suo percorso?

Giocavo nella squadra dell’Olgiata e nel 1986 vincemmo il campionato nazionale a squadre.

Nel 1991 decisi di passare a pro: furono anni intensi e stimolanti, ed ebbi la fortuna di essere seguito da un grande maestro, il celebre Dennis Pugh (mi diceva che il mio swing gli ricordava quello di Nick Faldo!), che ho sempre stimato per la schiettezza e la grande umanità che dimostrava sul green ma anche nella vita di tutti i giorni.

Nel 1995, insieme a Gianluca Pietrobono e Vasco Valerio, inaugurai il campo pratica “Tevere golf”, primo campo pratica pubblico a Roma, che ha permesso – allora come adesso – l’avvicinamento a questo sport da parte di un pubblico vastissimo. Avevamo in programma un obbiettivo ambizioso, in cui credevamo: quando ancora il golf era uno sport difficilmente accessibile a causa della considerevole quota annuale, miravamo a far conoscere la pratica golfistica, per renderla così praticabile da un pubblico più vasto e mostrarne le potenzialità trasversali.

Un giorno mi portarono una ragazzina bionda e delicata, e dopo le prime lezioni pensai che aveva potenzialità straordinarie: si chiamava Diana Luna…

In quel periodo alternavo le gare nazionali ed internazionali con la gestione del campo pratica, e nel 2000 vinsi il torneo Carta Nazionale, che bissai nel 2004.

Nel 2008 conquistai invece il “Torneo regionale professionisti del Lazio”, nell’ambito del quale provai la grande emozione di aver accanto un caddy d’eccezione, mio figlio Pierpaolo!

Ho sempre avuto particolarmente a cuore le attività giovanili e, durante i miei dodici anni di insegnamento al Circolo dell’Olgiata, ho seguito a lungo il Club dei giovani, allenando e supportando ogni elemento della squadra. Indimenticabile la vittoria del 2016: ero il coach della squadra agonistica maschile che ha vinto il campionato italiano Pallavicino, sfidando i più forti circoli nazionali.

Per diversi anni ho poi allenato un giovane promettente, Edoardo Lipparelli, già campione italiano, che per meriti sportivi ha frequentato i prestigiosi college di Wellington in Inghilterra, e Illinois in America.

 

Quali sono le principali caratteristiche che contraddistinguono il golf rispetto agli altri sport e ne fanno un unicum?

Il golf è un gioco che ha uno svolgimento particolarmente lungo: sono infatti pochissimi gli sport che possono richiedere quasi 5 ore per essere completati. Ne consegue che all’interno della pratica golfistica uno degli aspetti più importanti da affrontare è certamente la tensione a migliorare la concentrazione e mantenerla per tutte le diciotto buche del green, obiettivo assai ostico da perseguire.

La mancanza di concentrazione è un aspetto che incide gravemente sullo score finale, ma fortunatamente esistono diverse modalità che consentono di migliorare la performance nell’ambito dell’attenzione, modalità che cerco di trasmettere con particolare cura ai miei allievi.

Per ottenere un buon risultato, è necessario arrivare “mentalmente freschi” prima di ogni nuovo colpo, cercando di “spegnere” la mente e frenare l’ansia tra un colpo e l’altro. Questo significa mettere in pratica una serie di procedure mentali che permettano al golfista di non pensare ai colpi precedenti (a meno che non siano stati buoni!), al prossimo colpo, allo swing e –  in generale – lasciare libera la mente da ogni pensiero che conduca a tensione e frustrazione.

Mentre si gioca, è necessario evitare di focalizzarsi sulle speculazioni frutto di incertezza e ansia da prestazione, perché in caso contrario si rischia di consumare le preziose energie mentali di cui dispone il giocatore, che rischia così di perdere la concentrazione, così vitale sul green.

In definitiva quindi, per migliorare l’attenzione durante il gioco, ed in particolare durante l’intervallo tra un colpo e l’altro, è fondamentale liberarsi dal disordine mentale prima di ogni colpo successivo: tra un colpo è l’altro lo stato mentale ideale è “essere nel presente”, con mente libera.

 

Cosa pensa del panorama golfistico nazionale?

Negli ultimi dieci anni, se si escludono gli ultimi anni particolarmente influenzati dalla congiuntura economica negativa, si è registrata in molti Paesi una crescita costante in termini di diffusione del golf, sia dal punto di vista della partecipazione, sia dal punto di vista dell’offerta golfistica.  Ciò è avvenuto, principalmente, grazie ad una maggiore facilità di accesso al gioco e all’aumento della partecipazione giovanile.   In  particolare    in  Italia   la  crescente diffusione  del Golf  è dovuta all’adozione  di nuove  disposizioni  promosse  dalla  Federazione  Golf  e anche al notevole  impegno  dei  singoli  circoli  per  incentivare  la  partecipazione  dei più  giovani.

In passato, il gioco del golf  era  organizzato  in  modo  tale che  l’accesso  al  green  fosse rigidamente  controllato:  si doveva  obbligatoriamente  essere  soci presso  un  circolo  e  ciò comportava  il pagamento  di una  considerevole  quota  annuale.  Dal 2007 questa disposizione non  è più  vincolante  ed  è  stato  introdotto  il  cosiddetto “Tesseramento  Libero” che, a  fronte  di  una  quota  annuale di venti Euro,  prevede  la possibilità per  un  giocatore  junior  di  accedere  a  tutti i  campi  affiliati,  pagando  esclusivamente  la  singola giornata  di gioco.

La  partecipazione  giovanile  è  poi cresciuta  anche  grazie  al  rinnovato  interesse  dei Golf  Club  nei confronti  delle  iscrizioni giovanili, che vengono promosse dalla  maggior  parte dei circoli presenti  sul territorio  nazionale,  attraverso la creazione di  iniziative  promozionali  mirate e finalizzate ad incentivare l’interesse dei giovani, a seguire la  crescita  dei giocatori, a supportare l’attività  agonistica  degli  atleti migliori e più  motivati,  a educare al rispetto  dello  “spirit  of  the  game”  e  alle  regole  di  etichetta.

Analogamente a quanto accade  in  Italia,  anche  i  Paesi ritenuti  più  “evoluti”  dal  punto  di vista  golfistico  hanno  concentrato  i  propri sforzi  sui medesimi obiettivi,  con  lo  scopo  di promuovere  la  diffusione  del  Golf  e  formare  campioni nazionali,  investendo  sui  talenti più  promettenti.

Sono certo che la Ryder Cup, che si giocherà in Italia nel 2022 presso il Circolo Marco Simone, sarà in grado di dare grande risalto a questo splendido sport, e gli italiani non potranno rimanere indifferenti.

 

Fai parte della Mauro Bianco Academy: quali sono gli obiettivi che vi siete prefissati di raggiungere nel corso di quest’anno?

Sono sempre stato un coach convinto che all’allenamento vada affiancato una intensa programmazione strategica del gioco. Nel golf conta certamente il dato fisico, più tangibile e materiale, quello che ha a che fare in primis con il movimento e con il colpire la pallina. È però fondamentale focalizzarsi sugli aspetti strategici: ogni gioco ha infatti le sue strategie, e  – per un buon gioco sul green – nulla deve essere lasciato al caso. La comprensione della corretta strategia fa la differenza fra due giocatori che in campo pratica appaiono parimenti forti, ed è uno degli obiettivi che cercherò di trasmettere agli allievi che seguirò sul green del Riviera Golf.

 

Quali sono le caratteristiche peculiari del green del Riviera?

Il Riviera Golf Club rappresenta certamente una eccellenza sul territorio romagnolo: il suo percorso, che presenta ostacoli d’acqua alternati a tratti boscosi e green presidiati da bunker insidiosi, è una struttura che si presta ad accogliere diverse tipologie di giocatori, dai neofiti a quelli più esigenti. Il green del Riviera è una realtà perfetta per i tanti golfisti appassionati che risiedono in zona, ma anche per i numerosissimi turisti che da marzo a ottobre animano le coste romagnole.

Ho accettato con entusiasmo l’opportunità di lavorare in questa splendida location, per poter contribuire alla diffusione di questo gioco, ma soprattutto per far comprendere a chi già gioca la possibilità di migliorare il proprio gioco attraverso la messa a punto delle strategie, alla base di ogni buona performance. Troppo spesso infatti i maestri di golf focalizzano la lezione sulle modalità con cui si colpisce la pallina, ma non svolgono lezioni in campo, cruciali per rendere ottimale l’allenamento con il maestro.

 

Cosa ti aspetti dalla nuova stagione del Riviera Golf?

Gli obiettivi che noi della “Mauro Bianco Academy”, realtà differente da quelle esistenti in Italia, ci siamo prefissati sono numerosi e articolati: in primis miriamo a far sì che la nostra Academy – attraverso l’organizzazione di clinic, eventi per i bambini e offerte speciali – diventi il punto di riferimento per coloro i quali desiderino iniziare a conoscere questo bellissimo gioco, e l’estate sarà certamente l’occasione adatta anche ai tanti turisti occasionali per avvicinarsi a questo sport.

Altra finalità per noi centrale risiede nella possibilità che la nostra scuola divenga quasi un prezioso “passaggio obbligato” per i giocatori che desiderino un Up-grade del livello del loro gioco, attraverso speciali sessioni di strategia in campo.

Infine, fondamentale per tutto il team della Academy, è riuscire a rendere unica e indimenticabile ogni giornata trascorsa al Riviera Golf Resort: e sono certo che con la sinergia che si è già creata all’interno della nostra squadra, la location eccezionale e la positività che si respira quotidianamente sul green, questo sia un obiettivo assolutamente…vincente!

 

 

Mauro Bianco Golf Academy: ogni giorno un obiettivo.

 

 

 

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