Chi l’ha detto che viaggiare in Africa significa “solo” safari, visita alle bellezze naturalistiche ed emozionanti paesaggi?

Se vi dicessimo che potete abbinare l’esperienza del safari e dell’avventura… al vostro amore per il golf?

Nel “continente del Sole” è infatti possibile godere di una vacanza caratterizzata dalla perfetta sinergia tra natura, mare, scoperta e …pratica golfistica.

Esistono infatti ben 42 green diversi, accomunati dalla perfetta qualità dei percorsi e da un’accurata ricerca in grado di preservare al meglio il territorio, regalando al tempo stesso un’esperienza unica al turista golfista, disposto a viaggiare e compiere ampi spostamenti per praticare sui meravigliosi campi da gioco africani.

In particolare, lo stato del Kenya si è dimostrato particolarmente ricettivo nei confronti del turismo golfistico, mettendo in campo offerte assai complete e diversificate, che permettono addirittura di spostarsi da un green all’altro con piccoli voli interni, capaci di creare una rete coesa e funzionale ai tanti golfisti che decidono di regalarsi un viaggio magico, indimenticabile, in perfetta sinergia tra avventura, natura e sport.

I campi da gioco kenioti – inseriti del magico contesto naturalistico africano, con la sua varietà di colori, territori, varietà faunistica – regalano ad ogni buca un mini safari, sono molto diversificati e appaganti, e risultano caratterizzati anche dai costi contenuti e altamente avvicinabili (massimo 45 euro di tariffa green fee).

Esclusi ovviamente quelli dislocati sulla costa, quasi tutti i percorsi golfistici sono situati in posizioni in grado di dominare il territorio circostante, ad un’altezza che varia tra i 1700 ed i 2000 metri sul livello del mare, e che permette lunghi e spettacolari colpi.

I primi campi da gioco realizzati in Kenya – grazie ai quali è nata la storia golfistica di questa zona – sono quelli situati presso la città di Nairobi, capitale del Paese: il Royal Nairobi risale al 1906, mentre il più celebre Muthaiga Golf Club ha come data di fondazione il 1913.

Per quanto concerne questo secondo famosissimo green, esso si sviluppa a 1710 metri d’altezza e si caratterizza per i numerosi ostacoli d’acqua e gli ampi dislivelli, che rendono il gioco assai appassionante. Il campo – sede dal 1968 del Kenya Open e luogo di passaggio per tantissimi golfisti europei – consente anche di accostarsi alla fauna locale – in particolare i macachi – che trasformano l’esperienza golfistica in qualcosa di molto vicino ad un vero e proprio safari, ogni volta emozionante e diverso.

Sempre nella zona della capitale, si sviluppa un altro green famoso che ha però altri focus attrattivi: stiamo parlando del Windsor Golf Hotel & Country Club, un resort di lusso dotato di 130 camere, inserito in una splendida struttura di stampo vittoriano, dotata di tutti i possibili confort. Il green risale al recente 1992 e crea un percorso assai diversificato, giocato tra meravigliosi fairway che si snodano attraverso la foresta vergine, frequenti bunker e ostacoli d’acqua sulle rive dei quali spesso si possono incontrare i magnifici rappresentanti della ricca fauna locale, in grado di rendere magica ogni buca.

Impossibile non citare altresì il Karen Country Club, il green posto accanto alla meravigliosa casa-museo della famosissima Karen Blixen, autrice de “La mia Africa”, campo divenuto famoso in quanto luogo di elezione di Edoardo Molinari in occasione del Kenya Open del 2007.

Altri meravigliosi campi sono poi quelli inseriti nel contesto della Rift Valley, la più grande al mondo, che collega Africa ed Asia lungo un’area di oltre ottomila chilometri.

La zona ospita il Great Rift Valley Longe & Golf Resort, una meravigliosa struttura con camere realizzate su suggestive palafitte in legno, da cui la vista può spaziare sulla sconfinata valle. Il green ospita oltre trecento specie volatili, antilopi e zebre, ed è posto ad un’altitudine di oltre duemila metri sul livello del mare.

Il Kenya è poi celebre per il Masai Mara, una delle zone più conosciute e visitate dai turisti di tutto il mondo. Anche in questo territorio è possibile coniugare piacere della scoperta africana con passione golfistica. Come? Soggiornando presso il Bateleur Camp, capace di regalare ai visitatori una totale immersione sensoriale nel meraviglioso contesto naturale, con tanto di tende-suites immerse nella foresta, spedizioni fotografiche e indimenticabili cene sotto le stelle.

Menzione speciale la merita infine il Baobab Coursesede ufficiale della PGA statunitense – inaugurato nel 2009 e prossima prestigiosa sede del Ladies European Tour, il green offre la possibilità di praticare un ottimo golf e di godere altresì della vicinanza dell’oceano, che lambisce la meravigliosa spiaggia adiacente alla struttura.

La quantità e la pregevolezza delle strutture golfistiche del Kenya dimostra quanto il turismo golfistico africano – in particolare keniota –  sia prolifico ed ormai perfettamente integrato nel contesto del Paese, in grado di estendere anno dopo anno il proprio bacino di utenza, rappresentando la perfetta sinergia tra natura, passione, sport e avventura.

Da provare.

Un’altra giovane campionessa, un’altra ragazza determinata a vincere, un’altra rappresentante della passione femminile per il mondo del golf.

E’ Diletta Facchini, la quindicenne fiorentina che da quest’anno farà parte della squadra agonistica femminile del Riviera Golf, formata da tre ragazze decise a gareggiare passo dopo passo con grinta per portare alta l’egida del campo marignanese, obiettivo dopo obiettivo.

La squadra agonistica femminile – fortemente voluta dal Golf Manager Michele Bosco, golfista esperto e profondo conoscitore delle dinamiche del green – sarà seguita da Mauro Bianco e dagli altri maestri della accademia che da quest’anno sarà a disposizione dei golfisti sul fairway del Riviera Golf e darà l’opportunità di seguire tanti corsi diversificati e declinati differentemente, per seguire l’avvicinamento al golf o il perfezionamento della tecnica di gioco.

Diletta Facchini sarà allenata dai maestri e seguirà, insieme a Giorgia Piccini e Isabella Antonelli, un percorso fatto di impegno, determinazione e un calendario ricco di sfide che porteranno la squadra agonistica femminile del Riviera Golf a confrontarsi con tante altre giovani appassionate giocatrici, su diversi campi nazionali.

 

La giovanissima giocatrice è la dimostrazione dell’alta inclusività e della ampia trasversalità del golf, che può essere praticato fin dalla più tenera età, come ci racconta la stessa Diletta, che ha iniziato a giocare addirittura all’età di circa 5 anni, muovendosi sul fairway insieme alla sua famiglia, che l’ha sempre incoraggiata e sostenuta.

Diletta ormai può essere considerata una giocatrice esperta e dalle grandi abilità e – riguardo alla pratica golfistica – afferma che “il golf è attualmente uno sport praticabile da tutti e sicuramente non più costoso di altri, una pratica che mi affascina profondamente perché giorno dopo giorno mi regala la possibilità di mettermi alla prova sul piano fisico e mentale,  e l’occasione di raggiungere risultati individualmente, misurandomi con me stessa, la mia forza di volontà, superando paure e sfide”.

 

Sono ormai numerose le gare cui Diletta Facchini ha già partecipato in passato, ma, come ogni sportiva e come le sue compagne della squadra agonistica femminile del Riviera Golf, nel suo cuore riserva certamente un posto speciale ad una competizione in particolare, la “Quercia d’oro”.

La gara, disputata lo scorso anno, ha segnato profondamente il ricordo della agguerrita quindicenne, perché, dopo aver chiuso il primo giorno in testa, Diletta sostiene di aver dovuto lottare con particolare grinta “per portare a casa un secondo posto su un campo sicuramente non dei più facili. L’ultimo giorno in particolare è stato molto impegnativo ma allo stesso tempo davvero emozionante, perché ho lottato insieme al mio caddy, il mio babbo, e siamo riusciti a portare a casa il massimo.”.

Davvero un ottimo risultato quindi, e profondamente significativo se si aggiunge il fatto che a seguirla come caddy c’era proprio un fan d’eccezione, quello più importante di tutti, il padre, pronto a sostenerla colpo dopo colpo con tutto l’amore possibile.

 

Quando le chiediamo di raccontarci le emozioni e le sensazioni provate sul green del Riviera Golf, ove si allena da quest’anno nell’ambito della squadra agonistica femminile, Diletta sottolinea che “la bellissima opportunità di entrare a far parte del team agonistico è stata resa possibile dalla conoscenza con l’amica –  e in seguito compagna di squadra – Giorgia Piccini e con Massimiliano Tanfi, che accompagna il nostro gruppo in occasione delle trasferte e delle diverse gare”.

E’ sorta così l’occasione di conoscere meglio il green del Riviera Golf, “location perfetta –  aggiunge Diletta – per migliorare giorno dopo giorno e realtà capace di creare un ottimo programma per gli agonisti e i golfisti più appassionati”.

La giovanissima golfista ha potuto così entrare a far parte della squadra agonistica femminile, “un team composto da valide giocatrici, con le quali ho instaurato un ottimo rapporto: amiche preziose “conosciute in modo sempre più approfondito durante le tante gare che ci hanno permesso di dare vita ad un ottimo feeling, fondamentale per dare il massimo all’interno della nostra squadra in rosa, la squadra agonistica femminile del Riviera Golf”.

 

Il 2018 si preannuncia così un anno davvero intenso e ricco di stimoli per la quindicenne fiorentina, determinata a “migliorare nel gioco, sperando di ottenere buoni risultati per inseguire il sogno nel cassetto e fare tante proficue esperienze nelle maggiori manifestazioni previste in calendario”.

 

E noi siamo certi che il Riviera Golf e la sua squadra agonistica femminile saranno l’occasione perfetta per Diletta – giovane con la testa piena di sogni e la grinta di una campionessa – e per i tanti appassionati e neofiti che decideranno di permettere alla loro passione di guidarli in un percorso ricco di divertimento, energia e … uno sport capace di affascinare, colpo dopo colpo.

 

 

Riviera Golf: lo sport è solo l’inizio.

Filippo Bernabè : Insegniamo oggi ai giovani campioni di domani!

Il golf negli ultimi anni ha saputo mostrare la propria inclusività e la propria trasversalità, caratterizzandosi finalmente per ciò che è davvero, al di là dei pregiudizi: uno sport avvincente, altamente ricettivo e capace di emozionare tanti appassionati, provenienti da categorie socio-economiche, di genere e anagrafiche assai diversificate.

Uno sport amato da un pubblico sempre più vasto, che vi si accosta tramite il supporto di circoli, iniziative e professionisti sempre più mirati e strutturati.

Oggi ne parliamo con Filippo Bernabè, grande promessa del golf italiano, giovanissimo e preparatissimo maestro della “Mauro Bianco Academy” del Riviera Golf.

 

Sei giovanissimo eppure hai già dimostrato il tuo valore sul green e intrapreso un viaggio ricco di soddisfazioni e sfide. Da dove ha origine la tua passione per la pratica golfistica?

E’ un amore nato grazie a mio padre, che mi ha fatto scoprire il golf all’età di otto anni e che amavo sfidare sul campo, perché questo ci permetteva di trascorrere del tempo insieme, facendo una coinvolgente attività all’aria aperta.

Come si è sviluppato il tuo percorso nell’ambito della pratica golfistica? Quale le tappe, i momenti per te più salienti di questo tuo viaggio sul green?

Quando mi sono avvicinato al golf, l’ho fatto innanzitutto per divertirmi: per me era “solo” un gioco avvincente ed entusiasmante. Poi un giorno ho conosciuto il mio primo maestro, Verardo Matteo, che fin da subito mi ha mostrato la possibilità di fare della mia passione un mestiere: da quel momento è iniziato il mio avvicinamento al mondo dell’agonismo e delle competizioni. È stata una strada lunga e molto impegnativa, ma dopo tanti tentativi sono finalmente riuscito ad ottenere la tessera da professionista tanto sognata.

Secondo te quali sono i focus e le principali caratteristiche che distinguono il golf dagli altri sport e ne fanno un unicum?

Al contrario di tanti altri sport individuali, nel golf non si ha (quasi) mai un avversario diretto: sul green il tuo primo rivale è costituito dalla tua mente, dalle tue paure. Quando competi all’interno di una gara, quando colpisci la pallina, quando ti metti alla prova, avverti fortemente questo conflitto e davvero non c’è niente di più gratificante della possibilità di superare te stesso, colpo dopo colpo, buca dopo buca.

Delle tante competizioni, tornei, gare golfistiche, quale ti ha lasciato un segno indelebile e speciale?

Ricordo due gare in particolare che mi hanno profondamente segnato, e che ancora di tanto in tanto rivivo nella mia memoria.

La prima è stata al golf Club Marcata: il mio primo giro “sotto par” in una gara federale importante, uno score di 68 che mi ha catapultato in terza posizione, dandomi la possibilità di confrontarmi con i migliori giocatori italiani di quell’anno. Una grandissima emozione, impossibile da cancellare.

La seconda competizione che resterà impressa a lungo nella mia memoria è certamente rappresentata dai Campionati a Squadre A2: giocavo per il Riviera Golf, e, dopo la certo non brillante prestazione dell’anno precedente, partivamo sfavoriti. La soddisfazione maggiore è stata – per me che ero il capitano del team – posizionarci tra le prime sei squadre e qualificarci per gli A1. Una giornata da ricordare!

Cosa pensi dell’attuale panorama golfistico nazionale, anche in rapporto a quello internazionale?

Quello del golf – nonostante non sia uno sport che ci appartiene culturalmente e storicamente –  è per me una pratica affascinante ed avvincente, che ha bisogno di essere promossa in modo sempre più completo, programmato e strutturato.  In Italia c’è ancora tanto da lavorare: dobbiamo attivarci, creare una proficua sinergia tra le varie realtà sportive, dare vita a promozioni e campagne articolate e attivarci per aumentare sempre più il numero di neofiti, appassionati e golfisti.

Sei parte della “Mauro Bianco Academy” del Riviera Golf di San Giovanni in Marignano. Quali sono i  nuovi messaggi e i nuovi obbiettivi previsti?

È per me un grande onore cominciare a far parte di un team di maestri professionisti e lavorare a stretto contatto con Mauro Bianco e Gianfranco Riandi, grandi golfisti con alle spalle una carriera fatta di successi e sfide avvincenti.

Cercherò di affiancarli con grande attenzione ed energia, mettendocela tutta per apprendere il più possibile dalla vicinanza con due grandi campioni come loro.

Il nostro obbiettivo primario nell’ambito della  Mauro Bianco Academyè certamente far crescere il golf ed in particolare il Riviera Golf, dando la possibilità – ai golfisti già appassionati ma anche ai neofiti – di praticare all’interno di un ambiente sano e familiare, e di vivere questo sport divertendosi e migliorando colpo dopo colpo.

Cosa provi alla idea di lavorare sul green del Riviera golf?

Sono profondamente legato al green del Riviera, che mi ha visto crescere giorno dopo giorno e dove ora ho la possibilità di far coincidere la mia passione per il golf e l’amore per un lavoro che mi regala grandi soddisfazioni. Non posso davvero chiedere di più al momento: sono pronto a partire con questa nuova avventura con un grande carico di energia, passione e aspettative!

 

Sei la dimostrazione di quanto il golf possa essere amato e praticato anche dai ragazzi più giovani, energici e attivi. Quale direzione dovrebbe prendere la pratica golfistica per dimostrare la propria inclusività e trasversalità?

La scorsa estate ho potuto fare una esperienza molto formativa: ho infatti svolto il ruolo di maestro all’interno del Riviera Summer Camp, il camp estivo dedicato ai più piccoli (dai 6 agli 11 anni) e finalizzato ad avvicinare i giovanissimi alla pratica golfistica.

Per rendere la pratica golfistica ancora più fruibile ai giovani neofiti, per le attività del camp abbiamo scelto il metodo SNAG®, sistema ideale per l’approccio del golf in quanto appositamente studiato a partire dai due anni: sviluppato negli Stati Uniti, esemplifica tutti gli elementi basilari del golf, utilizzando una attrezzatura funzionale all’apprendimento dei bambini (palline contrassegnate da frecce per  visualizzare la direzione di gioco, supporti che sostituiscono la buca ed aiutano i principianti nel fare centro, bersagli simili a quelli del tiro con l’arco ed indicati a perfezionare la mira, bastoni diversificati a seconda delle diverse età). E’ certamente un metodo innovativo per avvicinare i più piccoli al golf, perché insegna la tecnica in modo divertente e naturale, partendo da sistemi di gioco che solo apparentemente sono più semplici rispetto alla classica lezione teorica, ma hanno come quest’ultima l’obiettivo di preparare tecnicamente i bambini, tenendo sempre presente la loro innata propensione al divertimento e al ludus.

Questa bellissima esperienza è stata per me centrale per capire quanto il golf possa essere apprezzato anche dai più piccoli, che –  quasi quanto innanzi ai tanto diffusi e criticati videogiochi! – si sentono spronati a tentare e ritentare all’infinito il colpo, misurandosi attimo dopo attimo con le difficoltà incontrate sul green, crescendo così attraverso la sfida contro se stessi.

Il golf è uno sport davvero trasversale e capace di far maturare i piccoli neofiti, ponendoli a contatto con valori e principi che risultano poi fondamentali anche nella quotidianità al di fuori della pratica golfistica: ad esempio, nel golf non ci sono arbitri quindi al bambino sono richiesti grande integrità e rispetto nei confronti del campo, del gioco e degli altri giocatori…davvero un grande insegnamento da trasferire dal green alla vita di tutti i giorni!

 

Cosa ti aspetti dalla nuova stagione del Riviera Golf?

Sono molto fiducioso quando penso al prossimo futuro del Riviera Golf: ho dei colleghi fantastici, entusiasti e preparati, che come me daranno certamente il massimo nell’ambito di un campo – quello del Riviera Golf – che anche nell’ultimo periodo ha conosciuto un vero e proprio cambio di marcia, attraverso il miglioramento dei servizi, la creazione di offerte altamente diversificate e il rinnovamento di uno spirito golfistico sempre più dinamico e fresco.

Sono certo che, grazie alla “Mauro Bianco Academy”, ai numerosissimi golfisti che ci seguono e ai tanti neofiti che miriamo a coinvolgere, quella che abbiamo davanti sarà una grande stagione per il nostro green e un grande momento di crescita professionale e personale anche per…Filippo Bernabè.

 

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Email info@rivieragolf.it

Gianfranco Riandi: quando il golf vive tra passione, strategia e un proficuo eterno presente.

 

Un golfista con una articolata carriera alle spalle, da sempre impegnato sul green. Uno sportivo deciso a rendere evidente la grande inclusività e la potente trasversalità insite nella pratica golfistica.

Incontriamo Gianfranco Riandi, che da quest’anno insegnerà nell’ambito della “Mauro Bianco Academy” e che ci racconta il suo amore per il golf, gli obiettivi in programma per il 2018 e le emozionanti novità targate Riviera Golf.

 

È professionista dal 1991. Da dove nasce la sua passione per la pratica golfistica?

Ho iniziato a giocare a golf a sette anni, seguendo l’esempio di mio padre, ottimo golfista che seguivo durante gli allenamenti presso il circolo all’Olgiata, a Roma, ove abitavamo. Si trattava di un centro golfistico che già allora rientrava fra i più importanti d’Italia: disegnato dall’architetto inglese Kenneth Cotton, era già un percorso insidioso che offriva la possibilità di mettersi alla prova e fare pratica.

Il mio maestro e mentore fu Ugo Grappasonni, papà di Silvio, amico di una vita. Con il fratello Guido ci allenavamo fino allo stremo.

Capii presto che, nella vita, volevo vivere e respirare il golf: ed è ciò che ho fatto e continuo a fare tuttora, con la stessa passione di sempre.

Quali sono state le tappe professionali che hanno maggiormente segnato il suo percorso?

Giocavo nella squadra dell’Olgiata e nel 1986 vincemmo il campionato nazionale a squadre.

Nel 1991 decisi di passare a pro: furono anni intensi e stimolanti, ed ebbi la fortuna di essere seguito da un grande maestro, il celebre Dennis Pugh (mi diceva che il mio swing gli ricordava quello di Nick Faldo!), che ho sempre stimato per la schiettezza e la grande umanità che dimostrava sul green ma anche nella vita di tutti i giorni.

Nel 1995, insieme a Gianluca Pietrobono e Vasco Valerio, inaugurai il campo pratica “Tevere golf”, primo campo pratica pubblico a Roma, che ha permesso – allora come adesso – l’avvicinamento a questo sport da parte di un pubblico vastissimo. Avevamo in programma un obbiettivo ambizioso, in cui credevamo: quando ancora il golf era uno sport difficilmente accessibile a causa della considerevole quota annuale, miravamo a far conoscere la pratica golfistica, per renderla così praticabile da un pubblico più vasto e mostrarne le potenzialità trasversali.

Un giorno mi portarono una ragazzina bionda e delicata, e dopo le prime lezioni pensai che aveva potenzialità straordinarie: si chiamava Diana Luna…

In quel periodo alternavo le gare nazionali ed internazionali con la gestione del campo pratica, e nel 2000 vinsi il torneo Carta Nazionale, che bissai nel 2004.

Nel 2008 conquistai invece il “Torneo regionale professionisti del Lazio”, nell’ambito del quale provai la grande emozione di aver accanto un caddy d’eccezione, mio figlio Pierpaolo!

Ho sempre avuto particolarmente a cuore le attività giovanili e, durante i miei dodici anni di insegnamento al Circolo dell’Olgiata, ho seguito a lungo il Club dei giovani, allenando e supportando ogni elemento della squadra. Indimenticabile la vittoria del 2016: ero il coach della squadra agonistica maschile che ha vinto il campionato italiano Pallavicino, sfidando i più forti circoli nazionali.

Per diversi anni ho poi allenato un giovane promettente, Edoardo Lipparelli, già campione italiano, che per meriti sportivi ha frequentato i prestigiosi college di Wellington in Inghilterra, e Illinois in America.

 

Quali sono le principali caratteristiche che contraddistinguono il golf rispetto agli altri sport e ne fanno un unicum?

Il golf è un gioco che ha uno svolgimento particolarmente lungo: sono infatti pochissimi gli sport che possono richiedere quasi 5 ore per essere completati. Ne consegue che all’interno della pratica golfistica uno degli aspetti più importanti da affrontare è certamente la tensione a migliorare la concentrazione e mantenerla per tutte le diciotto buche del green, obiettivo assai ostico da perseguire.

La mancanza di concentrazione è un aspetto che incide gravemente sullo score finale, ma fortunatamente esistono diverse modalità che consentono di migliorare la performance nell’ambito dell’attenzione, modalità che cerco di trasmettere con particolare cura ai miei allievi.

Per ottenere un buon risultato, è necessario arrivare “mentalmente freschi” prima di ogni nuovo colpo, cercando di “spegnere” la mente e frenare l’ansia tra un colpo e l’altro. Questo significa mettere in pratica una serie di procedure mentali che permettano al golfista di non pensare ai colpi precedenti (a meno che non siano stati buoni!), al prossimo colpo, allo swing e –  in generale – lasciare libera la mente da ogni pensiero che conduca a tensione e frustrazione.

Mentre si gioca, è necessario evitare di focalizzarsi sulle speculazioni frutto di incertezza e ansia da prestazione, perché in caso contrario si rischia di consumare le preziose energie mentali di cui dispone il giocatore, che rischia così di perdere la concentrazione, così vitale sul green.

In definitiva quindi, per migliorare l’attenzione durante il gioco, ed in particolare durante l’intervallo tra un colpo e l’altro, è fondamentale liberarsi dal disordine mentale prima di ogni colpo successivo: tra un colpo è l’altro lo stato mentale ideale è “essere nel presente”, con mente libera.

 

Cosa pensa del panorama golfistico nazionale?

Negli ultimi dieci anni, se si escludono gli ultimi anni particolarmente influenzati dalla congiuntura economica negativa, si è registrata in molti Paesi una crescita costante in termini di diffusione del golf, sia dal punto di vista della partecipazione, sia dal punto di vista dell’offerta golfistica.  Ciò è avvenuto, principalmente, grazie ad una maggiore facilità di accesso al gioco e all’aumento della partecipazione giovanile.   In  particolare    in  Italia   la  crescente diffusione  del Golf  è dovuta all’adozione  di nuove  disposizioni  promosse  dalla  Federazione  Golf  e anche al notevole  impegno  dei  singoli  circoli  per  incentivare  la  partecipazione  dei più  giovani.

In passato, il gioco del golf  era  organizzato  in  modo  tale che  l’accesso  al  green  fosse rigidamente  controllato:  si doveva  obbligatoriamente  essere  soci presso  un  circolo  e  ciò comportava  il pagamento  di una  considerevole  quota  annuale.  Dal 2007 questa disposizione non  è più  vincolante  ed  è  stato  introdotto  il  cosiddetto “Tesseramento  Libero” che, a  fronte  di  una  quota  annuale di venti Euro,  prevede  la possibilità per  un  giocatore  junior  di  accedere  a  tutti i  campi  affiliati,  pagando  esclusivamente  la  singola giornata  di gioco.

La  partecipazione  giovanile  è  poi cresciuta  anche  grazie  al  rinnovato  interesse  dei Golf  Club  nei confronti  delle  iscrizioni giovanili, che vengono promosse dalla  maggior  parte dei circoli presenti  sul territorio  nazionale,  attraverso la creazione di  iniziative  promozionali  mirate e finalizzate ad incentivare l’interesse dei giovani, a seguire la  crescita  dei giocatori, a supportare l’attività  agonistica  degli  atleti migliori e più  motivati,  a educare al rispetto  dello  “spirit  of  the  game”  e  alle  regole  di  etichetta.

Analogamente a quanto accade  in  Italia,  anche  i  Paesi ritenuti  più  “evoluti”  dal  punto  di vista  golfistico  hanno  concentrato  i  propri sforzi  sui medesimi obiettivi,  con  lo  scopo  di promuovere  la  diffusione  del  Golf  e  formare  campioni nazionali,  investendo  sui  talenti più  promettenti.

Sono certo che la Ryder Cup, che si giocherà in Italia nel 2022 presso il Circolo Marco Simone, sarà in grado di dare grande risalto a questo splendido sport, e gli italiani non potranno rimanere indifferenti.

 

Fai parte della Mauro Bianco Academy: quali sono gli obiettivi che vi siete prefissati di raggiungere nel corso di quest’anno?

Sono sempre stato un coach convinto che all’allenamento vada affiancato una intensa programmazione strategica del gioco. Nel golf conta certamente il dato fisico, più tangibile e materiale, quello che ha a che fare in primis con il movimento e con il colpire la pallina. È però fondamentale focalizzarsi sugli aspetti strategici: ogni gioco ha infatti le sue strategie, e  – per un buon gioco sul green – nulla deve essere lasciato al caso. La comprensione della corretta strategia fa la differenza fra due giocatori che in campo pratica appaiono parimenti forti, ed è uno degli obiettivi che cercherò di trasmettere agli allievi che seguirò sul green del Riviera Golf.

 

Quali sono le caratteristiche peculiari del green del Riviera?

Il Riviera Golf Club rappresenta certamente una eccellenza sul territorio romagnolo: il suo percorso, che presenta ostacoli d’acqua alternati a tratti boscosi e green presidiati da bunker insidiosi, è una struttura che si presta ad accogliere diverse tipologie di giocatori, dai neofiti a quelli più esigenti. Il green del Riviera è una realtà perfetta per i tanti golfisti appassionati che risiedono in zona, ma anche per i numerosissimi turisti che da marzo a ottobre animano le coste romagnole.

Ho accettato con entusiasmo l’opportunità di lavorare in questa splendida location, per poter contribuire alla diffusione di questo gioco, ma soprattutto per far comprendere a chi già gioca la possibilità di migliorare il proprio gioco attraverso la messa a punto delle strategie, alla base di ogni buona performance. Troppo spesso infatti i maestri di golf focalizzano la lezione sulle modalità con cui si colpisce la pallina, ma non svolgono lezioni in campo, cruciali per rendere ottimale l’allenamento con il maestro.

 

Cosa ti aspetti dalla nuova stagione del Riviera Golf?

Gli obiettivi che noi della “Mauro Bianco Academy”, realtà differente da quelle esistenti in Italia, ci siamo prefissati sono numerosi e articolati: in primis miriamo a far sì che la nostra Academy – attraverso l’organizzazione di clinic, eventi per i bambini e offerte speciali – diventi il punto di riferimento per coloro i quali desiderino iniziare a conoscere questo bellissimo gioco, e l’estate sarà certamente l’occasione adatta anche ai tanti turisti occasionali per avvicinarsi a questo sport.

Altra finalità per noi centrale risiede nella possibilità che la nostra scuola divenga quasi un prezioso “passaggio obbligato” per i giocatori che desiderino un Up-grade del livello del loro gioco, attraverso speciali sessioni di strategia in campo.

Infine, fondamentale per tutto il team della Academy, è riuscire a rendere unica e indimenticabile ogni giornata trascorsa al Riviera Golf Resort: e sono certo che con la sinergia che si è già creata all’interno della nostra squadra, la location eccezionale e la positività che si respira quotidianamente sul green, questo sia un obiettivo assolutamente…vincente!

 

 

Mauro Bianco Golf Academy: ogni giorno un obiettivo.

 

 

 

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Mauro Bianco classe ’62, professionista dal lontano 1984, una carriera ricca di successi, gare ed ottimi risultati.

Sarà la punta di diamante della “Mauro Bianco Golf Academy”, che da quest’anno i golfisti – già praticanti o neofiti – potranno trovare presso il Riviera Golf di San Giovanni in Marignano.

Tantissimi i progetti in programma, numerosi ed articolati gli obiettivi previsti, variegate le declinazioni delle attività in calendario per la stagione 2018.

Iniziamo a scoprire le novità attraverso l’intervista che il maestro Bianco ci ha rilasciato per delineare un anno che si preannuncia ricco di stimoli ed entusiasmo.

 

Quale l’origine del suo amore per la pratica golfistica?

“Il mio amore per questo sport è nato da mio padre Mario, anche lui maestro di golf, nei primi anni ‘60 al Golf Club Menaggio, uno dei campi più vecchi d’Italia, dove abitavamo una casa collocata sul Tee della buca uno. A quel tempo non esistevano né golf cart né carrelli elettrici, solo i caddies, che nei momenti di pausa o nell’attesa dei loro clienti, mi portavano in campo a giocare. Lì è scattata la scintilla.”

Come si è sviluppato il suo percorso professionale? Quale le tappe, i momenti più salienti di questo suo viaggio sul green?

“Il mio percorso professionale è partito a 22 anni. In quel periodo le gare erano poche e non era facile competere: ad ogni torneo incontravi “il meglio” del golf professionistico. Insieme ad alcuni colleghi Italiani nel 1985 mi sono iscritto alla qualifica per giocare il Tour Europeo, superandola e ottenendo la possibilità di misurarmi in quel contesto così stimolante.

Con la carta del Tour ho giocato fino al 1987, anno in cui è arrivato il grande Costantino Rocca, professionista dal grande successo e uomo profondo, sicuro e caparbio con il quale ho condiviso tante trasferte e bellissimi ricordi.

Dopo questa esperienza, molto positiva per la mia crescita professionale ed umana, ho giocato alcuni anni sul Challenge Tour.

Nel 1994 sono stato poi scelto dal Golf Club Bologna, il circolo più prestigioso della città e storico campo emiliano, dove ho lavorato come maestro titolare fino al 2016.”

Quali sono i focus e le principali caratteristiche che distinguono il golf dagli altri sport e ne fanno un unicum?

“La pratica golfistica possiede caratteristiche e finalità che la avvicinano certamente agli altri sport: divertirsi con gli amici e giocare bene per chi la vive come passa tempo, vincere, dare il meglio di sé o primeggiare per chi la affronta come professione.

Quello che invece distingue il golf è la possibilità di giocare immersi nella natura e godere di paesaggi e posti meravigliosi, ma altresì la riservatezza, le riflessioni, i calcoli, i tempi “morti” che ci sono tra un colpo e l’altro, e che permettono al giocatore di vagare con la mente, seguendo il flusso dei pensieri.

Ma più di tutte il golf ha una caratteristica che lo diversifica significativamente nel panorama sportivo: insegna all’educazione ed al rispetto per i compagni di gioco, anche se avversari.

Gli altri sport sono diventati molto esasperati, spesso non si ha tempo per riflettere, ma si vive una incessante lotta contro il tempo ed il cronometro: il golf invece è ancora lo stesso.”

Delle tante gare e tornei, quale ha lasciato un segno indelebile e particolare nella sua memoria di golfista?

“Penso in particolare a due diverse competizioni, che mi porterò sempre nel cuore: i “Campionati del Mondo dilettanti a squadre”, la gara più importante a cui un appassionato possa partecipare, dove i migliori quattro atleti di ogni nazione si sfidano per quattro giorni; ed il “British Open Senior”, giocato recentemente nel 2015, dove mi sono confrontato con Tom Watson, Gary Player, Fred Couples, Bernard Langer e tanti altri grandi campioni del golf.”

Cosa pensa dell’attuale panorama golfistico nazionale?

Sono certo che si possa e si debba fare molto di più: in Italia mancano la cultura e la consapevolezza, ed il golf è ancora visto come un gioco e non come un vero e proprio sport. Francesco Molinari e Matteo Manassero sono attualmente le nostre risorse più grandi, e dovremmo sfruttare meglio l’enorme risonanza che questi due atleti stanno avendo in campo mondiale.

Nonostante il numero così esiguo di golfisti praticanti in Italia, il rapporto tra il livello agonistico dei giocatori italiani e quello del resto del mondo è positivo. Mi piacerebbe che la Federazione preparasse un programma ben articolato, da portare in ogni regione del nostro Paese per lo sviluppo del golf a livello giovanile, iniziativa che si rifletterebbe poi in modo proficuo sui genitori, incrementando il numero dei golfisti italiani.”

E’ l’anima della “Mauro Bianco Golf Academy” del Riviera Golf. Quale è il focus del nuovo messaggio e dei nuovi obbiettivi previsti?

“Centrale per noi sarà mostrare la possibilità di praticare il golf con facilità e divertimento.

Per quanto concerne gli obiettivi che ci siamo posti, siamo determinati a far sì che i soci del Riviera Golf frequentino il green anche al di fuori delle gare,  e che – grazie alla presenza quotidiana dei professionisti della “Mauro Bianco Golf Academy” – possano allenarsi regolarmente su tutte le aree del gioco, sia sul percorso sia in campo pratica, anche attraverso esercizi specifici, ed avere così la possibilità di confrontarsi con noi e con gli altri giocatori, attraverso incontri periodici per verificare costantemente i loro progressi.

Inoltre abbiamo in programma di potenziare la dimensione agonistica, resa possibile anche dall’ottima posizione geografica e dalla struttura della realtà del Riviera, così completa ed articolata: vorremmo che il nostro campo diventasse un punto di riferimento per chi scelga di fare del golf una professione. In quest’ottica si inserisce la volontà di portare le squadre agonistiche maschili e femminili a qualificarsi tra le prime 12 del ranking nazionale, e conseguentemente creare tra coloro i quali svolgono attività agonistica giovanile il desiderio di poter essere selezionati agli allenamenti con la prima squadra.

Abbiamo previsto inoltre corsi mirati al perfezionamento nelle aree di gioco più tecniche e difficili, a tutti i livelli e per tutte le categorie. Short Clinic, Golf Clinic ed anche un corso mirato per neofiti ad un costo vantaggioso per chi si vuole avvicinare a questa disciplina così coinvolgente.

Le novità in programma sono davvero tante ed altamente diversificate.

All’interno della nostra Academy saranno poi coinvolti due golfisti validi e preparati, che mi affiancheranno durante tutto l’anno: l’amico Gianfranco Riandi, professionista di Roma che vive a Bologna da qualche anno, profondo conoscitore delle tecniche golfistiche ed ottimo stratega in campo; e il giovane Filippo Bernabé, assistente in costante crescita dal punto di vista personale e organizzativo, sempre attento e disponibile ad imparare, dotato di una profonda empatia che gli sarà utile per interfacciarsi con i giovani e portare avanti lo sviluppo dell’attività giovanile, compreso il progetto dedicato al coinvolgimento delle realtà scolastiche disseminate all’interno del nostro territorio.”

Quali sono le caratteristiche peculiari del green del Riviera che l’hanno spinta a intraprendere questa nuova tappa del suo percorso professionale e ovviamente personale?

 

“Il campo del Riviera Golf – realizzato in due momenti differenti da Luigi Rota Caremoli e Graham Cook, architetti di fama internazionale – anche se “giocato” per più giorni consecutivi non dà minimamente l’impressione della monotonia. E’ un green che risulta molto tecnico nella prima parte e in quella finale, mentre nella parte centrale del percorso pare perfetto per i “picchiatori”: questa varietà nell’andamento del terreno e nell’aspetto dei fairway e delle buche rende il campo molto divertente da vivere, e contribuisce a contraddistinguerlo positivamente.

 

La spinta ad intraprendere questa nuova tappa del mio percorso professionale e personale viene da Michele Bosco, Golf Manager del Riviera Golf, il quale nell’estate del 2017, spiegandomi il suo progetto, ha manifestato fortemente la volontà di avermi al suo fianco. La proposta mi ha attratto e da subito ho condiviso il desiderio di mettere in pratica un progetto ben strutturato e declinato in tante differenti proposte e vari interventi.

 

Abbiamo concordato la necessitò di una Golf Academy ben strutturata, ove tutti i golfisti già praticanti o neofiti potessero trovare un punto di riferimento stabile per potersi allenare e trarne risultati vincenti e concreti.

Questa è per me una bellissima sfida, e sono certo che la sinergia tra il Riviera Golf e la “Mauro Bianco Golf Academy” risulterà vincente.”

 

Cosa si aspetta dalla nuova stagione del Riviera Golf?

“Sarà certamente una stagione molto stimolante: il rapporto e la sinergia tra noi professionisti e tutti i soci si approfondirà sempre di più, e mi auguro che il legame tra tutti i soggetti diventi in breve tempo solido. Uno dei miei obiettivi principali resta sempre quello di poter insegnare ai golfisti del Riviera Golf come sia più semplice colpire la palla in maniera ferma e consistente, unitamente alla volontà di porre le basi strategiche e concrete per la stagione successiva, portando le nostre squadre in giro per l’Italia e facendo loro raggiungere ottimi risultati.

C’è molto da fare e l’atmosfera in cui abbiamo la possibilità di operare al Riviera Golf è davvero energica, positiva e ricca di stimoli. Sarà un anno intenso!”.

 

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Classe ’69, bolognese, ex tennista inserito da sempre nel mondo dello sport e del mondo alberghiero. Stiamo parlando di Michele Bosco, nuovo Golf Manager presso il Riviera Golf di San Giovanni in Marignano.

Oggi lo incontriamo per porgli qualche domanda e comprendere meglio il nuovo percorso intrapreso dal celebre campo 18 buche par 70, inserito nel bellissimo contesto naturalistico dell’oasi naturale del fiume Conca.

Come si è sviluppato il suo percorso professionale?

“Sono partito dalla vera e propria gavetta, lavorando come responsabile delle attività sportive presso numerosi villaggi e realtà turistiche: per quindici anni ho collaborato con diversi tour operator, confrontandomi con luoghi e contesti assai diversificati. Poi, in seguito a diversi corsi di formazione, ho via via scalato posizioni e ruoli, arrivando a ricoprire ruoli manageriali nei resort in giro per il mondo: Tunisia, Messico, Egitto, Marocco, Mauritius; costa d’Avorio, Grecia…

La mia è stata una esperienza molto intensa che mi ha regalato tantissime esperienze appassionanti e formative, momenti che mi porto ancora dentro e che costituiscono – ne sono certo – un bagaglio importante e fondamentale per la mia vita e la mia carriera.

Otto anni fa ho avvertito il desiderio di tornare in Italia, continuando a lavorare nel settore alberghiero, in particolare come manager presso grandi strutture e “hotels business” a Milano, Roma ed altresì presso La  Franciacorta.

Il mio lavoro – all’estero ma anche in Italia – è sempre stato centrato su un focus per me fondamentale: il contatto con le persone, la sinergia che si crea all’interno dei rapporti, e sono convinto che l’ambito alberghiero sia una realtà che offre moltissimo da questo punto di vista.”

La sua passione per il golf è relativamente recente, ma le ha già regalato numerose esperienze e soddisfazioni. Ci racconta l’origine di questo colpo di fulmine, così intenso?

“Ho sempre amato lo sport: a cinque anni a Bologna iniziai a praticare il tennis che fu per molto tempo una passione importante e mi offrì l’opportunità – verso i quattordici anni – di confrontarmi su campi importanti all’interno di tornei di livello agonistico nazionale e internazionale.

La mia scoperta del golf è legata al Marocco, quando avevo trent’anni e lavoravo presso un resort ad Agadir; un giorno, quasi per caso, mi accostai alla pratica golfistica che, nonostante fossi da sempre uno sportivo, avevo sempre snobbato: fu un vero e proprio colpo di fulmine e da quel momento non smisi più di praticare, formandomi nel gioco e nella tecnica con l’impegno dell’autodidatta.

Nel golf fui avvantaggiato dal tennis, praticato così a lungo negli anni precedenti: grazie alla mia attività tennistica infatti, conoscevo il sacrificio insito in una buona pratica sportiva e comprendevo altresì le dinamiche insite nelle competizioni agonistiche.”

Quali sono i focus che distinguono il golf dagli altri sport e ne fanno un unicum?

“Il golf è uno sport particolarissimo: non esiste una vera e propria gara, in quanto non esiste uno scontro diretto o fisico con l’avversario. Lo scontro è in primis contro il campo, contro te stesso, e solo secondariamente con gli altri golfisti. E’ lo sport più tecnico e più difficile esistente, in cui fondamentali risultano – oltre alla necessaria tecnica di gioco –  la concentrazione e la calma necessarie ad ottenere una buona performance. Nel Golf poi esiste una difficoltà ulteriore costituita dal lasso di tempo che intercorre tra un colpo e l’altro, momenti spesso infiniti ed assai rischiosi perché in grado di far venire meno la concentrazione necessaria; in quei frangenti è poi assai frequente ripensare all’errore appena compiuto, allo swing sbagliato, al colpo fallito: niente di più pericoloso perché nel golf non bisogna pensare a ciò che è appena avvenuto, ma a ciò che è necessario affrontare poi.”

Ha partecipato a tante competizioni, tornei, gare golfistiche. Quale esperienza Le ha lasciato un segno indelebile e particolare?

“Sono tante ormai le esperienze che porto con me, ma tra tutte una delle più significative resta certamente la recente Qualifica in Spagna per guadagnare una Carta per l’Alps Tour ( circuito professionistico europeo minore ) per  quando a quarantanove anni mi sono confrontato con tantissimi giovani che si stanno avvicinando al mondo professionistico; quell’occasione mi ha regalato una bellissima emozione, e mi ha altresì offerto la conferma che nel golf – dove sono giunto ormai ad avere un handicap 0 – la determinazione non ha discriminazioni anagrafiche.”

Cosa pensa dell’attuale panorama golfistico nazionale?

“Benché il golf sia uno sport non ancora diffusissimo, nel nostro Paese abbiamo la fortuna di avere grandi esponenti del golf mondiale: i fratelli Molinari, Renato Paratore, Nino Bertasio, Matteo Manassero e tanti altri. I nostri golfisti ottengono ogni anno ottimi risultati in ambito europeo e mondiale, ed è altresì da sottolineare l’attività giovanile dilettantistica che – attraverso le diverse squadre nazionali – è in grado di portare ad ottime performances, dimostrando l’alto livello insito nelle nostre “scuole di preparazione”. Mi auguro che questo cammino prosegua lungo la strada così brillantemente intrapresa. E che faccia avvicinare tanti giovani a questo sport meraviglioso.”

E’ Golf Manager presso il Riviera Golf di San Giovanni in Marignano. Quale è il focus del nuovo messaggio e dei nuovi obbiettivi previsti dalla nuova direzione?

“Per noi del Riviera Golf risulta fondamentale dimostrare quanto la pratica golfistica sia una disciplina trasversale e inclusiva, capace di superare l’antico pregiudizio che la vede esclusivamente come pratica elitaria dedicata solo ad una determinata categoria socio-economica, anagrafica e di gender.

In questa direzione vanno i tanti eventi in programma, come la creazione del “Riviera Summer Camp 2017”, l’innovativo campo estivo dedicato ai giovanissimi che ha avuto luogo la scorsa estate e che – grazie al metodo  SNAG®, sistema americano appositamente studiato a partire dai due anni e capace di esemplificare tutti gli elementi basilari della pratica golfistica, utilizzando un’attrezzatura funzionale all’apprendimento – rende manifesta la volontà del Riviera Golf di estendere il target del mondo golfistico.

Sono tante le iniziative che abbiamo creato per avvicinare i più giovani al mondo del golf: offerte mirate, corsi di avvicinamento e perfezionamento, un intenso programma gare sviluppato lungo le dodici mensilità dell’anno e tante modalità diversificate per mostrare l’altissima inclusività di questa pratica sportiva e per farla conoscere ai tanti neofiti –  più o meno giovani – che decidono di compiere i primi passi sul green.

Rientra poi sempre all’interno del nostro intento di dimostrare la democraticità e la trasversalità del golf anche il nostro impegno ad inserirci nel mercato turistico relativo non solo al panorama nazionale, ma anche a quello estero, che negli ultimi ha dimostrato la propria carica attrattiva e propulsiva: un’ottima occasione anche per il Riviera Golf di guardare con energia ad orizzonti sempre più ampi e proficui.”

 

Quali sono le caratteristiche peculiari del vostro campo da gioco?

 

“Il Riviera Golf – che si estende su una superficie di 72 ettari ed è situato all’interno della bellissima oasi faunistica del Conca – è stato ridisegnato seguendo un progetto capace di preservare le favorevoli caratteristiche naturali del percorso con i suoi morbidi saliscendi, in grado di soddisfare le esigenze di un ampio e diversificato target di appassionati (professionisti, dilettanti, ladies, senior e junior). Il campo (18 buche e par 70) è costituito da zone di gioco molto differenziate, da un attrezzato campo pratica, 9 buche executive, putting green, pitch e bunker green, diventando altresì espressione del possibile connubio tra fascino del territorio e creatività dei progettisti.

Le prime 9 buche, disegnate dal noto architetto Luigi Rota Caremoli, si sviluppano lungo il paesaggio collinare all’interno del Parco naturale della Valle del Fiume Conca e sono caratterizzate da numerosi ostacoli d’acqua (animati da una grande varietà di specie volatili che contribuiscono a rendere l’oasi un luogo di elevato pregio ambientale e naturalistico) contornati da alberi: qui il giocatore deve necessariamente prevedere una grande attenzione nel colpo e nello swing, in cui precisone e gioco “attento” giocano un ruolo fondamentale.

Le seconde 9 buche sono state realizzate dal canadese Graham Cook – celebre progettista di tante altre strutture golfistiche – che nel suo progetto ha valorizzato i naturali profili collinari del luogo, creando un tracciato dai lunghi fairway di ispirazione americana, in cui le buche sono impostate “a percorso linx”, costituito da campi piatti e lineari, senza alberi, dove grande difficoltà è rappresentata dal vento; altro nodo cruciale è poi costituito dal raf che – a differenza dalle zone estremamente curate del fairway – è caratterizzato dalla vegetazione incolta che crea un ulteriore sfida anche al golfista più esperto.

Tutto ciò contribuisce, presso il Riviera golf, a creare un’esperienza di gioco assai variegata ed appassionante. Da provare.”

Presso il vostro campo è poi possibile praticare una disciplina relativamente giovane, il footgolf. Ci parla di questa scelta innovativa e per certi versi coraggiosa?

“Il footgolf è uno sport ibrido, nato nel 2009 dalla commistione di calcio e golf, che si caratterizza come uno sport accessibile a tutti, trasversale, che non richiede nessuna particolare attrezzatura e che presenta regole del gioco sono molto simili a quelle del più “antico” golf, con l’unica importante differenza costituita dal fatto che – a dover andare in buca – non è la pallina bensì il pallone da calcio (la buca ha infatti un diametro di 50cm), che va colpito direttamente con i piedi.

Sul green del Riviera abbiamo la fortuna di poter avere Ivano Bonetti, ex calciatore di fama internazionale che, con la sua associazione chiamata “Footgolf&Legends” tesa a promuovere il footgolf, è uno dei maggior alfieri in Italia di questo sport così particolare ed emozionante.

L’inserimento del footgolf all’interno delle nostre attività sportive, dimostra l’apertura del Riviera Golf innanzi a nuove sfide (e in particolare al mondo del footgolf, destinato a crescere grazie alla visibilità dei tantissimi ex calciatori di fama internazionale che vi si sono accostati grazie all’attività dell’associazione di cui Bonetti è Presidente), ed altresì la capacità di inserirci in un’ottica di proficua sinergia e connessione tra le diverse discipline, senza porci in sterili e anacronistiche posizioni di elitarismo e separatezza, ma cavalcando invece l’onda di un proficuo cambiamento che deve necessariamente interessare in generale il panorama sportivo italiano. Al Riviera Golf siamo poi riusciti a creare il campo da footgolf partendo dalle buche executive e questo ci permesse di offrire la possibilità di praticare entrambe le discipline – golf e footgolf – senza creare attese o disservizi ai fruitori dei due differenti sport.”

La nuova stagione del Riviera golf si preannuncia ricca di gare ed eventi, e presso la vostra struttura è nata una nuova realtà, la  “Mauro Bianco Academy”. Ce ne può brevemente parlare?

“Abbiamo in programma un ricco calendario, fatto di numerose gare in grado di offrire, ai nostri circa 350 tesserati ed ai tanti golfisti “in visita”, numerose esperienze di gioco intense e appassionanti.

La stagione del Riviera – già iniziata con le sue tante competizioni capaci di destare ogni settimana l’interesse dei mass media locali e richiamare tantissimi partecipanti – sarà una stagione intensa e appassionante.

Da poco tempo abbiamo inoltre dato vita ad un progetto ambizioso, cui teniamo particolarmente: la “Mauro Bianco Academy”, una realtà che trae origine dal coinvolgimento di Mauro Bianco, professionista dal lontano 1984, con all’attivo numerose competizioni nel panorama golfistico nazionale ed internazionale, e tante vittorie significative, come il Pgai Senior, che ha vinto per ben due volte. Un grande campione che sarà in grado di guidare una squadra composta da professionisti del green: come Gianfranco Riandi – grande golfista allievo di Denis Pugh – e Filippo Bernabè, giovane promessa del golf italiano che si è già saputo distinguere nel panorama golfistico nazionale.

La creazione di una Academy così ben strutturata e promettente – che si occuperà di fornire corsi ai neofiti, ma anche di fornire supporto alla squadra maschile ed a quella femminile che rappresenteranno il Riviera – testimonia ancora una volta la volontà dei Riviera Golf di dimostrare quanto il golf possa essere uno sport trasversale, altamente inclusivo e capace di appassionare persone di ogni età e sesso. Una pratica capace di dare grandi emozioni e mettere alla prova cuore e cervello.

Quale iniziative, offerte e promozioni avete in programma nell’immediato?

Per incentivare l’avvicinamento alla pratica golfistica abbiamo poi deciso di allinearci, riadattandola ovviamente alla nostra realtà, ad una bellissima iniziativa promossa dalla Federgolf, che consiste nella possibilità di iniziare a praticare sul green usufruendo di lezioni di gruppo al costo eccezionale di soli 99 euro.

Le lezioni – che si svolgeranno durante il fine settimana – potranno coinvolgere da 4 a 8 partecipanti, con una differente distribuzione delle ore di pratica: nel caso di 4 giocatori saranno previste 8 lezioni, in presenza di 6 golfisti gli appuntamenti saranno 12, mentre diventeranno 16 nel caso di gruppi formati da 8 praticanti.

I golfisti neofiti avranno a disposizione l’uso dell’attrezzatura, le palline di pratica, le lezioni collettive con i nostri insegnanti professionisti e la possibilità di frequentare il campo pratica del Riviera Golf anche al di fuori delle lezioni collettive e per due ulteriori mesi, dopo la fine del corso. Una grande occasione di formazione, una grande esperienza che ci auguriamo coinvolga tantissime persone e sia capace di rendere manifesta l’innata trasversalità del golf.

Abbiamo poi in programma anche un progetto dedicato alle scuole, ove ci recheremo per offrire un primo contatto con il mondo del golf, usufruendo del validissimo metodo SNAG®, l’ideale per avvicinarsi in modo sano e divertente a questa disciplina. In seguito gli allievi avranno la possibilità di completare il percorso di avvicinamento al golf direttamente presso il nostro campo, ove l’esperienza si concluderà con una piacevole competizione finale ove ogni “giocatore in erba” potrà giocare assieme al genitore che deciderà di accompagnarlo, sfidando le altre coppie sul green: un modo divertente per vivere tutti insieme il golf in una giornata ricca di sorprese.

Sempre nell’ottica di avvicinare i neofiti al golf abbiamo poi pensato a lezioni “individuali” o da due partecipanti, che al vantaggioso costo di 150 euro (o 200 euro nel caso di due golfisti) comprenderanno pacchetti di 3 appuntamenti di 45 minuti ciascuna con i nostri maestri, le palline di pratica, un mese di ingresso al campo pratica.

Tante le novità previste al Riviera Golf, che vorremmo diventasse una casa per tanti appassionati.

Vi aspettiamo quindi sul nostro green.”

 

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I 10 LIBRI SUL GOLF : REGALO PERFETTO PER GOLFISTI APPASSIONATI

Il golf non è solo uno sport, uno stile di vita, una passione. Spesso diventa anche argomento centrale all’interno di pubblicazioni di respiro e taglio differenti: libri tecnici, albi illustrati, romanzi.

Libri diversi, con lettori molto diversificati, e dalle finalità e caratteristiche davvero composite, ma accomunati tutti dall’amore per la medesima coinvolgente disciplina.

1. IL GOLF: PREPARAZIONE E TECNICHE

Scritto dal celebre coach inglese Chris Meadows, il testo – corredato da moltissime illustrazioni e fotografie che ne impreziosiscono i 14 capitoli – svela i segreti della tecnica golfistica, fornisce svariati consigli mirati e puntuali, esemplifica una serie di esercizi atti ad abbassare il proprio handicap e scegliere l’attrezzatura corretta, sviluppa ed approfondisce le regole e l’etichetta presente all’interno della pratica golfistica.

 

2. LE PIU’ BELLE STORIE DI GOLF

Edito dall’ormai storica casa editrice Salani, vera pietra miliare dell’editoria italiana, il testo raccoglie 23 racconti incentrati sul golf e l’amore per questa disciplina. Storie utili a trovare consigli, descrizioni avvincenti e ironiche, ma altresì spunti di riflessione sul golf…e non solo.

 

3. IL GOLF E L’ARTE DI ORIENTARSI CON IL NASO

Si tratta di un romanzo divertente e autobiografico, in cui l’autore – partendo dalla sua passione per il green nata a cinquant’anni – accompagna il lettore a scoprire le bellezze, le curiosità e le peculiarità della pratica golfistica, sfatandone il mito che la vede come una pratica elitaria e aristocratica ed utilizzandola per giungere a considerazioni di più ampio respiro sull’intera esistenza. Il golf: uno sport in cui servono forza fisica, concentrazione, controllo di sé…e buon naso!

4. TUTTI PAZZI PER IL GOLF. Racconti di vita vissuta sui campi da golf

Questa divertente antologia di racconti parte dall’assioma che vede il green come una metafora della esistenza in cui ognuno di noi – come a teatro – recita un ruolo ben preciso. Le storie sono certamente frutto della fantasia dell’autrice che però, per delineare i propri personaggi, parte da figure in carne ed ossa, golfisti reali i cui atteggiamenti vengono estremizzati e resi iconici ed evocativi di un certo habitus mentale (e non solo…di gioco): c’è chi inventa sempre nuove scuse per aver giocato poco brillantemente, chi mente e bara sugli scores, chi cerca le palline nei luoghi più inaccessibili ed improbabili del green, chi trascura il menage familiare per correre sul campo…un calembour di personaggi, storie…e sorrisi.

 

5. L’ARTE DEL GOLF

L’autore – psicologo e psichiatra – parte dalla propria passione per il golf e utilizza le proprie conoscenze per analizzare l’indispensabile collegamento, per un buon gioco, tra tecnica e aspetti psicologici, sottolineando la peculiare e fondamentale sinergia che nel golfista. si deve necessariamente creare tra aspetti pratici e mentali.

6. JUNIOR GIOCA A GOLF

Un testo a fumetti, edito da Federica Edizioni e curato da Federica Guerretta con le bellissime illustrazioni di Luna Colombini, che si rivolge ai più piccoli, per avvicinarli in modo divertente al mondo del golf, accompagnandoli attraverso un percorso di scoperta e stupore. Consigli, informazioni tecniche, descrizioni dell’equipaggiamento e delle regole del gioco, approfondimento del concetto di etichetta, informazioni storiche sulla nascita del golf, il tutto rivisto attraverso gli occhi dei più piccoli. Un testo ben curato che si inserisce nel solco ancora altamente inesplorato ma interessante e poliedrico della “letteratura sportiva” per bambini, perfettamente rappresentata dalla collana “Il piccolo sportivo” di cui fa parte questo testo. Alla fine del libro sono presenti anche esercizi di verifica della comprensione, nella forma di attività ludiche con valore didattico atte a dar prova dell’avvenuta ricezione del messaggio proposto, con una grandissima attenzione a catturare l’attenzione del giovane golfista attraverso l’utilizzo di un linguaggio semplice ed accattivante, e la presenza di illustrazioni coloratissime.

7. COLPO MANCINO ALLA TERZA BUCA

Siamo innanzi ad un giallo, scritto dall’autrice che è una giornalista ma altresì una golfista appassionata, incentrato sull’omicidio di un noto golfista torinese. Il protagonista è deceduto in un misterioso incidente causato da un drive fuori percorso avvenuto presso un noto golf club: i personaggi che si muovono all’interno della struttura – gli iscritti, il direttore, i gestori del ristorante, il green keeper – vengono descritti e illuminati in modo puntuale e fortemente caratterizzante dal libro che risulta assai preciso anche nel descrivere e delineare le diverse fasi di gioco. Un libro avvincente, ma altresì interessante per scoprire le dinamiche e le caratteristiche di tanti circoli golfistici.

8. THE HEART OF A GOOF

Celebre raccolta di nove brevi racconti dello scrittore inglese PG Wodehouse, vera pietra miliare della comicità inglese. Pubblicato per la prima volta nel Regno Unito nel 1926 da Herbert Jenkins e negli Stati Uniti il ​​4 marzo 1927 da George H. Doran, il libro dimostra ancora una volta la capacità dell’autore nel tratteggiare con acume ed ironia le debolezze e le luci dell’animo umano. I racconti mettono in luce l’impatto del golf nelle relazioni interpersonali, mostrandone i divertenti effetti in ambiti e situazioni di diverso respiro: corteggiamento, amicizia e relazioni d’affari. Consigliatissimo.

9. DELITTO AL CIRCOLO DEL GOLF

Ogni golfista lo conosce e lo sogna: stiamo parlando del Royal and Ancient Golf Club di Saint Andrews in Scozia, dove si è letteralmente scritta la storia del golf e dove l’autore ha scelto di ambientare il giallo. Aston Red – brillante uomo di affari – decide di organizzare una sfida con sei amici, anch’essi ottimi giocatori. Sul celebre campo però avviene l’inaspettato e presso la famosa buca 14, conosciuta da tutti come “l’inferno”, la vita del ricco protagonista sarà spezzata da una pallina imbottita di esplosivo. L’ispettore Higgins, figura chiave e che ritorna sovente nei libri dell’autore J.B. Livingstone, pseudonimo usato da un notissimo scrittore d’oltralpe (dentro il quale probabilmente si cela il famoso storico e autore di bestseller Christian Jacq), è incaricato di risolvere il caso. Ci riuscirà?

10. GOLF – IL MANUALE COMPLETO PER GIOCARE COME VERI CAMPIONI

Un libro tecnico, una vera e propria antologia che descrive, chiarisce ed illumina tanti aspetti legati alla pratica golfistica: come si esegue uno swing? Come scegliere l’attrezzatura più indicata? Come si affronta il gioco dal bunker?

L’autore si serve anche delle tante illustrazioni che completano il testo e che spesso sono costituite da vere e proprie fotosequenze in grado di descrivere al meglio i movimenti di gioco. Il libro fornisce tanti esempi di esercizi atti a consigliare al meglio ogni giocatore. Il testo è corredato anche da diagrammi di performance facilmente consultabili e in grado di aiutare nella valutazione dei propri progressi e delle competenze tecniche acquisite. Non mancano poi i consigli sull’attrezzatura e l’abbigliamento più indicati, un pratico glossario e un intero capitolo incentrato sugli aspetti psicologici presenti all’interno della pratica golfistica.

 

Vuoi fare il regalo giusto per il tuo caro, per il tuo amico appassionato di golf? E perché non un regalo per te stesso, per vivere la tua passione anche tra le pagine di un libro da leggere nei momenti di relax?

Cosa aspetti? Lasciati ispirare e corri in libreria! Tanti libri diversi perfetti per ogni golfista!

E tra una lettura e l’altra, ti aspettiamo sul green del Riviera Golf: vieni sul campo, metti alla prova il tuo swing, goditi il tuo gioco, vivi il tuo golf.

Come vuoi. Quando vuoi.

 

Riviera Golf: lo sport è solo l’inizio.

 

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GREEN: quando il green… diventa questione di sopravvivenza!

Pensiamo al green: prati incontaminati, silenzio, relax e tranquillità. Ma siamo sicuri che l’esperienza golfistica abbia sempre queste piacevoli peculiarità?
E se vi dicessimo che esistono campi da gioco in cui volano pallottole, ci sono voragini terrificanti o si può galleggiare?
Vediamo la classifica dei 10 green…più assurdi, incredibili e inimmaginabili. Da restare con il fiato sospeso.

1. Quintana Roo, Messico
Si tratta di un campo assai particolare in quanto costantemente in evoluzione: le modifiche del terreno apportano infatti costanti cambiamenti al contesto, ed attualmente il percorso risulta circondato da ampie dune di sabbia, rigogliose mangrovie…e profonde voragini createsi come risultato della trasformazioni delle tantissime grotte naturali che caratterizzano il territorio. Occhio alle palline dunque!

2. Aquitania, Francia
Il green è situato all’interno di un’area dedicata a chi pratica nudismo, regola ferrea anche all’interno del percorso di gioco in cui restare concentrati – per chi non è abituato a questo stile di vita – può dinque risultare particolarmente…difficile.

3. Qaasuitsup, Groenlandia
In occasione dell’ottava missione sulla Luna denominata Apollo 14, Alan Shepard colpì due palline da golf quindi nulla di strano se qualcuno vi dicesse che è possibile…eseguire uno swing tra i ghiacci, no? E’ ciò che certamente si sono chiesti i progettisti di questo suggestivo “ice” green situato tra i ghiacci della Groenlandia. Un percorso comprensibilmente più breve di quelli classici, ma certamente più spettacolare: solo per veri appassionati.

4. Idaho, USA
Il green del Coeur d’Alene Golf Resort pare inizialmente del tutto simile ai tantissimi altri sparsi in giro per il mondo, se non fosse per l’incredibile sorpresa che attende i giocatori alle 14° buca: essa è infatti posta su un’isola artificiale in grado di spostarsi lungo il fiume servendosi di un avveniristico sistema di cavi subacquei, il cui movimento può essere stabilito dal golfista secondo la sua ipotesi di tiro e traiettoria. Se vi piace pensare di vivere lo sport…come se fosse un videogioco.

5. South Australia, Australia
Il percorso si sviluppa interamente nel deserto, offrendo un’esperienza unica ed indimenticabile. Un green certamente poco…green.

6. Wisconsin, USA
Inizialmente i progettisti miravano a realizzare un percorso che richiamasse le verdi colline irlandesi: il green venne però realizzato in un’area un tempo adibita a base militare, le cui attività avevano innegabilmente compromesso e modificato il territorio circostante. Risultato? Bunkers immensi e coste rovinate dalle esercitazioni dei militari per un campo da gioco indimenticabile e certamente non scontato.

7. South, Carolina USA
Esiste un campo da golf nato “per errore” e diventato negli anni una leggenda. Considerato il primo campo geometrico al mondo, quello in South Carolina è caratterizzato da buche che paiono “tagliate con il coltello”, la cui linee squadrate e dure dipendono in realtà dalla scarsità dei mezzi tecnici con cui venne realizzato all’epoca. Quando l’errore…diventa un valore.

8. Limpopo, South Africa
Il green è sospeso su un’altura e comporta la necessità di effettuare gli spostamenti in elicottero e di centrare la buca a 400 metri di distanza. Per chi non teme le vertigini.

 

9. Nevada, USA
Chi l’ha progettato non ha badato a spese. Lo Shadow Creek Golf Course risulta infatti il campo da golf più costoso mai realizzato: per la realizzazione del percorso è stato infatti deviato il corso di numerosi fiumi, sono stati seminati ben 20 mila alberi adulti e seminati tantissimi ettari di erba. Un progetto ambizioso destinato a mantenere un posto nella storia del golf.

10. Confine tra Corea del Nord e Corea del Sud
Esplosioni ed esercitazioni militari caratterizzano questo luogo, in cui il piacere del gioco lascia il posto alla tensione da anni esistente tra i due Paesi. Il green si trova infatti in un territorio circondato da una base nordcoreana e da ampie zone disseminate di mine sotterranee. Un consiglio? Andate a praticare altrove.

Se invece non avete tempo e voglia di prendere un aereo, se desiderate vivere in modo più comodo e rilassante la vostra passione…
Se desiderate un green in cui sentirvi a casa e vivere l’emozione di uno swing perfetto in un contesto da sogno…

Il Riviera Golf è la scelta che fa per voi!

E’ partita la campagna abbonamenti 2018 con tante offerte divesificate a seconda delle vostre esigenze.
Tutte le info al sito

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Il green di Augusta : il sogno di ogni golfista.

Tutti lo conoscono e ne ammirano la perfezione. Stiamo parlando di uno dei più bei green del mondo, il celebre campo di Augusta, diventato ormai un cult nel panorama golfistico mondiale.

Il paradiso dei golfisti.

Situato presso la città di Augusta, in Georgia, è uno dei più famosi golf club del mondo.

Il percorso è stato disegnato sul terreno di un preesistente frutteto dal golfista statunitense Bobby Jones e dall’inglese Alister MacKenzie – architetto specializzato in campi da golf –  e la sua inaugurazione risale all’ormai lontano 1933.

Dall’anno successivo è diventato sede di uno dei quattro Major, i tornei più importanti del panorama golfistico professionistico maschile: il Masters Tournament è l’unico major che si disputa fin dalla prima edizione sullo stesso campo, per cinque giorni in aprile, e che ha quindi la prerogativa di poter raccontare la sua storia anno dopo anno, con continui rimandi al celebre passato.

Alla competizione – seguita ogni giorno da cinquantamila spettatori – partecipano i migliori professionisti del mondo, scelti sulla base di criteri assai rigidi: alla gara quindi prendono parte circa solo cento golfisti, contro i centosessanta presenti in occasione di altri tornei.

La green Jacket: El Dorado di ogni golfista!

Il vincitore del Masters Tournament conquista di diritto la membership dell’Augusta National Golf Club, riceve un trofeo, ed il suo nome viene inciso su una targa presente all’interno della storica Clubhouse.

Ma soprattutto – premio forse più ambito fra tutti! – al primo classificato viene consegnata la celeberrima Green Jacket, la divisa ufficiale dei soci del club diventata uno dei simboli del torneo. Il vincitore che la conquista ha diritto a tenerla con sé per tutto l’anno fino al successivo torneo, quando dovrà lasciarla ad Augusta, dove però potrà indossarla ogniqualvolta si recherà nuovamente sul famoso green.

Il trionfatore poi ottiene altri importanti benefits: sarà invitato per tutta la vita a partecipare alle successive edizioni del Masters, e per i successivi cinque anni sarà chiamato a prendere parte anche agli altri tre major (U.S. Open, The Open, PGA Championship) ed al Players Championship, ottenendo altresì la membership del PGA Tour per cinque anni consecutivi…un bottino assai ghiotto dunque!

Se vinci l’Augusta entri nella storia.

Alcuni golfisti hanno avuto l’onore di vincere più volte il torneo: ad esempio Jack Nicklaus, che l’ha vinto per 6 volte (l’ultima nel 1986, all’età di 46 anni), e Tiger Woods, che l’ha vinto 4 volte (la prima nel 1997 a 21 anni, primo giocatore di colore e il più giovane a vincere nella storia della competizione).

Sul podio nel 2007 anche Zach Jhonson che, nonostante un solo successo come campione e il 56° posto nel ranking mondiale, riuscì inaspettatamente a conquistare la giacca verde, dimostrando che nel golf… tutto può succedere!

Quest’anno a salire sul podio è stato lo spagnolo Sergio Garcia, soprannominato El Niño, che ha conquistato la giacca verde dopo uno straordinario duello con l’inglese Justin Rose terminato allo spareggio.

Pregando sull’Amen Corner.

Il percorso di Augusta è caratterizzato da bruschi dislivelli (la salita al green della buca 18 risulta quasi una arrampicata!), fairway impeccabili e insidie dell’Amen Corner, il famigerato trittico delle buche 11-12-13, che si supera solo…pregando!

Lungo i lati del fairway si trovano dislocate numerose griglie da cui scaturisce aria tiepida: si tratta del celebre sistema di drenaggio e ventilazione che permette di mantenere il campo perfettamente asciutto anche dopo un violento temporale.

Curiose tradizioni.

Lo storico green di Augusta conserva poi alcune tradizioni: ad esempio, a partire dal 1952, il martedì della settimana in cui si disputa il torneo, ha luogo la Champions’ Dinner, nota come Masters Club, una cena dedicata al campione in carica alla quale sono invitati tutti i vincitori del passato e in occasione della quale vengono preparati i piatti tipici del Paese originario del vincitore.

Un’ altra tradizione legata ad Augusta è legata ai caddy che fino al 1983 dovevano essere scelti tra quelli dell’Augusta National, che per tradizione erano afroamericani; attualmente i partecipanti al torneo possono scegliere di farsi accompagnare dal proprio caddy che però deve indossare necessariamente una ben precisa divisa costituita da tuta e scarpe da ginnastica bianche, e da cappellino verde. Impeccabile.

Aspettiamo l’edizione del 2018, consapevoli che ancora una volta ad Augusta…si scriverà la storia del golf!

 

 

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VUOI MIGLIORARE LO SWING? COMINCIA CON IL PIEDE GIUSTO!

 

Nel golf, si sa, sono tante le variabili che determinano una buona performance: concentrazione, tecnica, energia, forza fisica, movimento fluido, elasticità muscolare, autocontrollo, salute.

Volendo entrare nello specifico, per eseguire e migliorare lo swing conta anche la capacità di mantenere una corretta postura ed un buon equilibrio. Alla base di questa proficua abilità sta…il piede.

Una centralità che parte dal basso.

E’ proprio il piede infatti che, primo contatto del nostro corpo con il terreno, svolge un ruolo fondamentale nella ricezione degli stimoli dati dall’ambiente, permettendo alla nostra postura di adattarsi alle diverse condizioni e compiere così il movimento più adatto a eseguire la rotazione dello swing.

Ogni stimolo infatti viene elaborato dai recettori sensoriali posti sul piede ed in un secondo tempo inviato al sistema nervoso, che consente all’apparato posturale di elaborare la risposta maggiormente mirata e indicata.

Uno swing vincente? Questione di ancoraggio.

Ne consegue che, accanto all’allenamento degli arti inferiori atto a sviluppare potenza ed energia, fondamentale per migliorare lo swing e potenziarlo risulta altresì necessario un appoggio stabile, bilanciato e costante al terreno di gioco. Tutto ciò passa necessariamente attraverso i nostri piedi, capaci di creare un ancoraggio solido e armonioso al suolo, e rendere il nostro movimento più fluido ed efficace.

Le diverse informazioni baypassate dal piede fino al sistema nervoso permettono un adattamento della postura, consentendo ai diversi muscoli di rilassarsi o contrarsi a seconda delle esigenze: ciò risulta fondamentale in uno sport come il golf, dove la durata media di una gara risulta essere di quattro o cinque ore, e dove è fondamentale la concentrazione mentale e una performance fisica costante e stabile.

Tratta bene i tuoi alleati: esercizi mirati per la muscolatura del golfista.

Risulta quindi fondamentale eseguire esercizi mirati al rinforzo della struttura del piede, sì da arginare i probabili rischi dati dalle sollecitazioni corporee subite durante la notevole (anche se di breve durata) accelerazione che presenta il gesto dello swing, che sottopone il corpo del golfista ad importanti torsioni muscolari che rischiano di provocare stress alle articolazioni ed ai muscoli.

La cura del piede è quindi parte integrante dell’allenamento del golfista, e si declina in esercizi di rafforzamento della muscolatura plantare e nella scelta di una corretta calzatura, atta a prevenire eventuali lesioni e migliorare lo swing.

Riviera Beauty & Spa: dove prevenire è meglio che curare!

Ovviamente a dover essere allenata è tutta la muscolatura di chi vive il green. Necessari risultano quindi sia gli esercizi e i trattamenti che prevengono l’affaticamento muscolare, sia quelli pensati per lenire eventuali dolori, contratture e tensioni.

Indispensabile affidarsi però ad allenatori e massaggiatori esperti, capaci di indicare al golfista il percorso terapeutico ed il trattamento a lui più indicato.

Al Riviera Beauty & Spa tutto questo è possibile. Il nostro staff è infatti preparato ad accompagnare il golfista nell’individuazione di massaggi specifici per sciogliere la tensione muscolare e prepararlo per affrontare allenamenti e competizioni in modo…vincente! Come?

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Piscina riscaldata con idromassaggio, camminamento defaticante, nuoto controcorrente, sauna e docce emozionali, cromoterapia, bagno turco, lettini relax e angolo tisane sono solo alcune delle armi che abbiamo messo in campo per i nostri clienti golfisti, bisognosi di affrontare l’arrivo dell’autunno e concedersi un momento rilassante e tonificante. Per affrontare con nuova energia il green.

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