film sul golf

CIAK…SI GIRA…SUL GREEN!

Il cinema, la meravigliosa invenzione capace di illuminare qualsiasi volto e di indagare ogni più recondito aspetto della vita umana, un’arte visionaria e quasi magica che dal lontano 1895 riesce a toccare l’animo umano e narrarne le gesta, i sogni e le passioni.

Oggi pensiamo ad un target particolare di golfista, quello appassionato anche di…cinema!

Ci siamo chiesti se ed in che modo i registi abbiamo deciso di accostarsi al mondo del golf – mettendo in luce protagonisti legati a questa coinvolgente passione – e abbiamo scoperto che esistono numerose pellicole incentrate sul nostro amato green. Vediamone qualcuna.

Lo Sport più distensivo del mondo (Hanna e Barbera, 1945)

Prodotto durante la seconda guerra mondiale, è il ventesimo cortometraggio animato della leggendaria coppia Tom e Jerry. Anche in questo caso la storia verte sulla consueta lotta fra il gatto – che in questo caso cerca di impegnarsi nel suo nuovo travolgente amore per il golf – ed il topo – che non fa altro che distrarlo e infastidirlo. Come finirà?

Follow the sun (S. Lanfield, 1951)

film sul golf

Film incentrato sulla vita e l’amore della leggenda del golf Ben Hogan.

Lui e Lei (G. Cukor, 1953)

K. Hepburne è una giovane e bella campionessa di golf fidanzata con un insegnante spocchioso e costantemente impegnato nel tentativo di sminuirla. Tutto cambierà con l’arrivo di un nuovo allenatore, impersonato magistralmente da Spencer Tracy, che movimenterà l’andamento di questa riuscitissima commedia sentimentale.

Palla da Golf (H. Ramis, 1980)

Divertente commedia che racconta di un giovane caddy alle prese tra la fidanzata, un eccentrico miliardario e un giardiniere paranoico, magistralmente impersonato da Bill Murray ed alle prese con…una marmotta.

Un tipo imprevedibile (D.Dugan, 1996)

film sul golf

Un ex giocatore di hockey su ghiaccio – impersonato da Adam Sandler, re della comicità targata USA – decide di tentare una nuova strada, avvicinandosi al golf, ma non ha calcolato che questa nuova avventura lo porterà a confrontarsi con un avversario tutt’altro che debole. Divertente commedia ricca di colpi di scena.

Tin Cup (R.Shelton, 1996)

Kevin Costner è un promettente campione di golf che dal campetto scalcinato dove insegna arriverà a confrontarsi con i grandi giocatori in occasione del prestigioso US Open. Ma la sua indole tutt’altro che mite rischierà di far sfumare il suo sogno di gloria.

La Leggenda di Bagger Vance (R.Redford, 2000)

film sul golf

Tratto dall’omonimo romanzo di Steven Pressfield, il film narra il profondo e travagliato rapporto tra un misterioso caddie (impersonato da Will Smith) e un tormentato ex campione (interpretato da Matt Damon).

A Gentleman’s game (J.Mills Goodloe, 2001)

Un ragazzo appassionato di golf riesce a scalare la strada verso il successo, arrivando a varcare le soglie di un prestigioso ed esclusivo club. Scoprirà ben presto che si tratta di una realtà fatta non solo di…gentlemen.

Bobby Jones genio del golf (R.Herrington, 2004)

La pellicola narra la storia dell’intramontabile Robert Tyre Jones Jr, dall’infanzia vissuta in Georgia, ai primi tornei fino al celebre Slam del 1930 cui seguirà il ritiro a soli 28 anni.

Il più bel gioco della mia vita (B.Paxton, 2005)

film sul golf

Riuscitissimo ed emozionante film incentrato sulla figura di Francis Ouimet, giovane e squattrinato golfista che riuscì a conquistare gli U.S.Open del 1913, pur essendo all’esordio della sua carriera.

Tommy’s honour (2016, J.Connery)

film sul golf

Sean Conery ha trasmesso al figlio Jason, promettente regista, la passione per il golf, e tutto ciò si è tradotto in questo bellissimo film ambientato negli anni 80 e 90 del 1800, che racconta la storia di Tom e Jimmy Morris, “fondatori” del golf moderno. Il golf fa da sfondo alla narrazione incentrata sul rapporto, profondo e travagliato, tra i due personaggi: Tom Morris – nato nel 1821 a St. Andrews – che mosse i primi passi come caddie ed esperto greenkeper, per poi diventare un grandissimo golfista (guadagnò la vittoria dell’Open Championship per ben 4 volte!); e il figlio Tom, primo campione a conquistare il podio dell’Open Championship per 4 anni consecutivi, e rappresentante di una nuova era e di una nuova concezione del golf: mentre il padre infatti era un conservatore che accettava il sistema per cui i ricchi scommettevano sui golfisti e – in caso di vincita- tenevano per sé il grosso del ricavato, il figlio si opponeva a questa logica, pretendendo paghe più oneste e rispettose del ruolo dei giocatori.

Hai visto uno o più di uno tra questi film sul golf? Quale tra questi consiglieresti?

Condividi l’articolo e scrivi nello spazio del commento il titolo del film sul golf che pensi tutti dovrebbero vedere. Grazie!

Il caddie: molto più di un portaborse.

Il caddie (o caddy) – così pensano i neofiti del golf – è l’addetto al trasporto della sacca dei giocatori sui campi da golf, l’uomo di fatica al servizio del golfista. In realtà il ruolo del caddie è assai più ampio, importante e sfaccettato.

Ma quale è la genesi storica di questa figura così centrale all’interno della pratica golfistica?

In origine le partite di golf non venivano disputate su veri e propri percorsi, bensì all’interno di parchi pubblici nei quali i giocatori si muovevano in mezzo a tante altre persone impegnate in attività diverse. In quel contesto ormai lontano nacque la figura del caddie, che coincideva con la persona incaricata di creare veri e propri “varchi” ai giocatori, garantendo così un gioco sicuro anche per chi si trovava a passeggiare nei pressi di una zona di gara.

In seguito, dato l’elevato costo che avevano inizialmente le palline utilizzate durante il gioco (erano infatti oggetti di complessa e onerosa costruzione, capaci di deteriorarsi velocemente in caso di sosta prolungata in zone del campo molto umide), il caddie divenne “fore Caddie” (fore=avanti) ebbe il compito di anticipare il gruppo di giocatori ed individuare la probabile area di ricadute delle palline stesse, al fine di recuperarle velocemente.

ruolo del caddie

Il caddie, un prezioso consigliere.

Attualmente, il caddie riveste un ruolo di fondamentale importanza, soprattutto a livello professionistico, in quanto richiede l’instaurazione di un solido rapporto con il giocatore: egli è sì addetto alla preparazione e al trasporto delle mazze, ma tra i suoi compiti decisivo è anche quello di consigliare il giocatore sulla migliore strategia da seguire in ogni situazione di gioco.

Ne consegue che un caddy, per essere davvero preparato, deve conoscere  il campo perfettamente ed il percorso che dovrà affrontare insieme al suo assistito, le mappe, le caratteristiche e le distanze di ogni buca; deve inoltre saper valutare quale supporto dare al giocatore in base alle diverse condizioni atmosferiche che possono presentarsi durante una gara.

Il caddie deve inoltre conoscere il golfista che segue, comprenderne i bisogni e le necessità, sì da consigliarlo al meglio e potergli garantire un’assistenza proficua, sia dal punto di vista dell’incoraggiamento necessario in alcune situazioni – ogni golfista spera di incontrare un caddie partecipe delle sue vittorie e/o sconfitte! – sia dal punto di vista tecnico, allorquando sia necessario, da parte del caddie, un suggerimento relativamente al bastone da utilizzare o all’angolo di tiro migliore.

Egli è quindi in primis un buon giocatore di golf (molti grandi golfisti hanno iniziato a praticare ricoprendo proprio questo delicatissimo ruolo!), capace di contribuire alle decisioni strategiche e in possesso di tutte le conoscenze tecniche atte ad assistere proficuamente il golfista che accompagna e supporta.

Naturalmente, uno dei suoi compiti principali resta la preparazione della sacca da golf, che – oltre ai ferri preferiti dal giocatore – deve contenere, numerosi altri oggetti utili durante il gioco (soprattutto a livello professionistico): palline, le mappe delle buche, guanti di scorta, il kit di pronto soccorso, un misuratore di distanze ed eventualmente altri elementi necessari.

ruolo del caddy

Il caddie e il giocatore professionista.

Per quanto concerne il golf professionistico, ogni giocatore secondo il regolamento può avere un solo caddie, che retribuirà a proprie spese in base ad una percentuale sui premi vinti: generalmente, questa percentuale è del 5% se il giocatore assistito ha superato in un torneo il taglio, del 7% per un piazzamento tra i primi 10 vincitori, e del 10% in caso di vittoria della gara. Naturalmente il caddy percepisce anche uno stipendio indipendente dalle prestazioni del suo assistito, i cui risultati costituiscono quindi per lui un bonus extra.

Il ruolo del caddie può essere in qualche modo paragonato a quello – altrettanto importante – del navigatore per il pilota di rally: come quest’ultimo infatti, il caddy gioca un ruolo fondamentale nell’ambito di una partita ed è così fondamentale per il golfista che spesso, una volta trovato il “consigliere” giusto con il quale instaurare un rapporto di fiducia e di feeling, non lo lascia più!

Un caddie è (a volte) per sempre.

etimologia della parola golf

Golf: una etimologia discussa

Il Golf. Sport amato e praticato da tantissimi appassionati. Da dove deriva questa strana e affascinante parola? Quale l’origine di questo termine?

Diverse sono le interpretazioni in merito, proprio come nel caso delle origini di questo sport (argomento che approfondiremo prossimamente).

La parola golf e i giochi proibiti.

Un primo elemento emerge nel 1457 quando compare una parola simile in uno scritto all’interno di una Lista degli Atti del Parlamento di Scozia relativa ai giochi proibiti definiti “gouf”, termine di probabile derivazione scozzese – da “goulf” – che significa “colpire o schiaffeggiare”.

Tale divieto potrebbe essere collegato ad uno simile risalente al 1452, quando Re Giacomo II di Scozia vietò il gioco in quanto distraeva i suoi sudditi dalla loro necessaria pratica di arcieri. Alcuni studiosi ritengono però che tale proibizione si riferisse piuttosto ad altri giochi, più simili al moderno hockey su prato piuttosto che al golf.

[LEGGI ANCHE “SAI QUALI SONO LE ORIGINI DEL GOLF?”]

La parola golf e il primo campo da gioco permanente.

la parola golf origine

Altra ipotesi lega il termine “golf” all’olandese “kolf”, che significa “mazza”, riferita anche allo sport che porta lo stesso nome. Questa teoria muoverebbe le basi dall’idea secondo cui il golf cominciò ad essere giocato nel XVII secolo nei Paesi Bassi e solo in un secondo momento si diffuse anche in Scozia, dove si sviluppò: in Scozia infatti nacque il primo campo permanente da gioco (che assunse poi la forma di campo a 18 buche), la prima associazione ed anche le prime regole scritte.

La parola golf come acronimo molto discutibile…

Altra opinione diffusa ed anche curiosa, ma quasi certamente leggenda metropolitana e “ironia di gender”, è che il nome derivi dall’acronimo “Gentlemen Only Ladies Forbidden”, ovvero “Solo per Gentiluomini, Vietato alle Donne”: molto probabilmente però – ripetiamolo – una falsa etimologia, in quanto l’uso degli acronimi risulta essere un fenomeno piuttosto recente (anche se pensando a SPQR, l’utilizzo degli acronimi va forse ampiamente retrogradato, rendendo tutto possibile…); resta comunque da sottolineare, indipendentemente dalla fantasia di tale ipotesi etimologia, che effettivamente il golf nacque come pratica preclusa al sesso femminile, e che per secoli tale divieto è rimasto inalterato: basti pensare che solo nel 2014 lo storico Royal and AncientClub di Saint. Andrews ha aperto le porte della membership alle giocatrici, che da allora possono diventare socie a tutti gli effetti: un onore precluso al sesso femminile per oltre 260 anni!

la parola golf e le donne

Al di là delle tante e talvolta fantasiose ipotesi relative all’origine della etimologia, il gioco del golf accompagna gli appassionati ormai da secoli e – ne siamo certi – continuerà a farlo ancora molto a lungo.

Che tu sia uomo o donna , giovane o meno giovane, professionista o dilettante, ti aspettiamo al Riviera Golf.

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giocare a golf al riviera

Il golf è uno sport a tutti gli effetti.

giocare a golf

Spesso chi non conosce la pratica golfistica la ritiene una attività sedentaria, un tranquillo e piacevole passatempo all’aria aperta, ove contano esclusivamente tecnica e concentrazione; in realtà il golf è molto di più: uno sport a tutti gli effetti e, come tale, un’attività che comporta fatica e una buona dose di impegno fisico, richiedendo doti ben precise quali la forza, l’equilibrio, l’elasticità e la dinamicità, elementi che lo accomunano ad altre attività ginniche.

E poi uno sport competitivo, in cui la preparazione fisica si deve necessariamente abbinare alla concentrazione e al controllo mentale.

Giocare a golf per prevenire le malattie cardivascolari.

gianni morbidelli gioca a golf

Il golf allena l’elasticità muscolare e la coordinazione, e presuppone un consumo energetico medio di circa 200-250 calorie all’ora: una pratica tutt’altro che sedentaria quindi che, come gli altri sport aiuta a diminuire la possibilità di contrarre malattie, soprattutto cardiovascolari.

La pratica golfistica fa lavorare il cuore ad una frequenza cardiaca non troppo elevata, riducendo così il rischio di sovraccarichi cardiaci e pressori, ed allena il fisico perché presuppone, per ogni sessione di gioco, la possibilità di camminare mediamente per cinque ore, lungo una distanza che va dai 5 a 8 km, con conseguenti vantaggi sul colesterolo, la glicemia e la frequenza cardiaca.

Giocare a golf allunga la vita!

Secondo uno studio pubblicato qualche anno fa sulla rivista “Scandinavian Journal of Medicine & Science in Sports” – che ha analizzato 300.818 giocatori di golf svedesi comparando il tasso di mortalità degli stessi con la popolazione generale a parità di uguale età, sesso e condizioni socio economiche – il tasso di mortalità dei golfisti analizzati è risultato inferiore del 40% e conseguentemente l’aspettativa di vita è apparsa superiore di 5 anni.

A questi incoraggianti dati si aggiunga anche il fatto che il golf presuppone un costante contatto immersivo nella natura e il rapporto con gli altri giocatori, veri e propri benefits in grado di aumentare le endorfine in circolo e di conseguenza il piacere derivante dal vivere appieno questa entusiasmante pratica.

Tutto questo rende il golf uno sport ricco di benefici e vantaggi per la salute di chi lo pratica, un costante allenamento in grado di curare mente e spirito.

VIENI a giocare a golf al Riviera Golf .

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la dieta del golfista

L’alimentazione del golfista: cucina sana e bilanciata…con gusto.

Essendo uno sport vero e proprio il golf presuppone – per chi vi si accosta – l’attenzione alla salute e al benessere fisico, che si esplica conseguentemente anche nell’interesse verso l’alimentazione e un tipo di cucina sana e bilanciata. Parleremo oggi dell’alimentazione del golfista.

Gli obiettivi della dieta del golfista – ed ancor di più per chi lo vive da professionista – si possono riassumere nella necessità di raggiungere e/o mantenere un peso corporeo ideale, nella resistenza fisica lungo tutta la durata della gara, al fine di prevenire un eccessivo stress psico-metabolico, e nella capacità di un recupero ottimale post gara, per ripristinare l’equilibrio metabolico ed evitare uno sproporzionato affaticamento nei giorni successivi.

Questi obiettivi si devono tradurre in una alimentazione caratterizzata da apporti bilanciati di macronutrienti (proteine, lipidi, carboidrati) e micronutrienti (minerali, oligoelementi, vitamine, antiossidanti…), quote energetiche adeguate e dalla regolare assunzione di acqua in grado di fornire un costante livello di idratazione.

L’alimentazione del golfista al Riviera Golf

Presso il Riviera Golf il personale è costantemente teso alla riflessione nell’ambito dell’alimentazione più adatta ai golfisti che frequentano il campo, al fine di mettere a punto una dieta del golfista ragionata e appositamente pensata per chi pratica questo sport.

Tutto ciò nasce all’interno del Wellness Restaurant, fiore all’occhiello della ristorazione legata al mondo del golf, ma altresì dedicato a chiunque abbia a cuore un tipo di alimentazione “ragionata” e calibrata. La sala da 150 posti si affacciata sulla splendida piscina che al tramonto si tinge di rosa e regala magiche atmosfere, ed è diretta dal preparatissimo chef Massimliano Poletti.

chef poletti menu del golfista

L’alimentazione del golfista al Riviera Wellness Restaurant con Massimiliano Poletti.

Poletti inizia il suo percorso professionale negli alberghi della costa romagnola, per poi lasciare il Paese alla ricerca di nuove esperienze, giungendo così al prestigioso Savoy Hotel di Londra ed al ristorante Valentino di Santa Monica. Dopo aver altresì lavorato presso La Grotta di Nerio Raccagni e La Frasca di Gianfranco Bolognesi – locali stellati della Romagna – nel 2000 arriva a Parigi per collaborare con il famoso chef Alain Ducasse che gli insegnerà il rispetto per la materia prima e che nel 2005 lo sceglierà come responsabile della gestione della cucina in occasione dell’apertura del suo ristorante in Toscana.

Nel 2006 Poletti, dopo aver trascorso circa venti anni all’estero, ritorna alle origini romagnole e lavora presso Palazzo Guidi, per poi approdare felicemente al Riviera Golf, dove gestisce il ristorante e mette in pratica la sua idea di cucina “wellness”.

alimentazione del golfista

Convinto che “un ristorante sia molto di più di un luogo dove si mangia” e deciso a proporre una cucina in grado di recuperare le giuste abitudini nell’alimentazione, lo chef Poletti ha creato, insieme ad un team di nutrizionisti e di esperti di alimentazione sportiva, un menù che, valorizzando le materie prime del nostro territorio, propone una cucina bilanciata senza però dimenticare il gusto: lontano dai ristoranti che mirano “solo” al mangiar sano lasciando però poco spazio al gusto, e distante altresì dai ristoranti tipici e più classici che offrono cibo appagante ma decisamente poco in linea con il benessere, la cucina di Poletti permette, attraverso piatti funzionali “a chi ama vivere bene”, di godere di un’esperienza capace di coniugare piacere e salute.

L’alimentazione del Golfista in due differenti menu’

Il menù che propone il Wellness Restaurant è articolato in due differenti proposte: da un lato troviamo una tipologia di piatti che hanno come obiettivo l’espressione di una cucina sana e bilanciata (ogni piatto è abbinato ad una tabella nutrizionale che ne esplica le proprietà e le caratteristiche alimentari); dall’altro la carta suggerisce una serie di proposte più nella direzione del gusto e della “rivisitata classicità”, senza ovviamente dimenticare l’attenzione alla qualità ed alle materie prime, sovente biologiche.

Il menù offre anche la possibilità di gustare quello che Poletti ha chiamato “il menù del golfista”, una serie di piatti pensati appositamente per chi pratica il golf ed ha bisogno di un preciso apporto calorico, ma che non vuole dimenticare la piacevolezza della buona cucina.

Una cucina wellness…con gusto.

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ivano bonetti footgolf
bmw golf international

BMW Golf Cup International, una competizione avvincente tra più di 100 golfisti.

Una competizione avvincente quella che si è svolta domenica 11 giugno presso il Riviera Golf: 160 giocatori si sono sfidati nell’ambito della BMW Golf Cup International, uno degli appuntamenti più rilevanti all’interno della stagione.

Sponsor della gara è stato il Gruppo Di.ba, nato nel 1976 e presente sul territorio nazionale con attività assai diversificate (dalla rivendita di ben 14 brand automobilistici, ai servizi finanziari ed assicurativi), che negli anni ha eccezionalmente esteso la propria area di influenza, divenendo una delle realtà italiane più forti nell’ambito dei motori. Il presidente Paolo Baronciani – al termine della gara – ha offerto un magnifico rinfresco seguito dalla premiazione dei vincitori.

BMW GOLF CUP RIVIERA

BMW Golf Cup International , tutti i vincitori.

La gara ha fatto emergere i nomi dei giocatori che – presso il Donnafugata Golf Resort (Ragusa) ove avrà luogo la finale nazionale – si contenderanno la possibilità di sfidarsi in occasione della finale mondiale.

Nella seconda categoria sono saliti sul podio tre giocatori che hanno ottenuto lo stesso punteggio, posizionandosi però diversamente in classifica in quanto hanno affrontato in modo più o meno brillante le seconde nove buche: al primo posto si è distinto Guido Pianosi (Riviera Golf), seguito da un altro giocatore del Riviera, Pierpaolo Migani, mentre sul terzo gradino è salito il marchigiano Paolo Cardoni (Village Golf Club).

Per quanto concerne la prima categoria, con lo score di 37 punti è emerso Francesco Boattini (Riviera), mentre al secondo posto si è piazzato con lo stesso punteggio Roberto Giovannini (Golf San Marino); terza posizione per Gianmarco Alberti (del Riviera) con 36 punti.

BMW GOLF CUP INTERNATIONAL VINCITORI

Nella categoria unica femminile il risultato più brillante è stato raggiunto da una giocatrice del Riviera, Nicoletta Ricci (39 punti), seguita da Antonella Balzi (Riviera) e da Elena Ferroni.

Nella classifica lorda maschile si è distinto Marco Galassi, mentre nella femminile ha prevalso Orietta Barocci, giocatrice del Riviera.

La classifica “Possessori BMW” ha visto il primo posto per Marzio Raspugli (Riviera), seguito in seconda posizione da Riccardo Rusticali (Cervia Golf Club).

Il Primo senior è stato vinto da Orazio Pensalfini (Riviera).

Nearest to the pin a Mario Barbatelli con palla a 1.59 metri dalla buca.

BMW GOLF CUO INTERNATIONAL RIVIERA

Prestissimo una nuova avvincente competizione al Riviera Golf: sabato 17 giugno prevista infatti la audi 4 cup (con formula greensome). Di sicuro una nuova magnifica giornata qui al Riviera.

ISCRIVITI SUBITO segreteria@rivieragolf.it | 0541 955099 | ISCRIVITI QUI

trofeo footgolf LNF

Footgolf al Riviera Golf, vuoi sapere com’è andata?

Nella soleggiata cornice del Riviera Golf si è svolto – nelle giornate del 27 e 28 maggio – il Terzo Torneo Lega Championship dell’LNF Tour organizzato dalla Lega Nazionale Footgolf, una delle competizioni agonistiche di footgolf più importanti del panorama nazionale. La competizione si è svolta in due giornate (Day 1 e Day 2), su 36 buche, con in palio un montepremi totale di 5.700 euro, premi tecnici e commerciali e 1.800 punti validi per il Ranking LNF Tour.

La gara, a cui hanno partecipato 110 giocatori, ha mostrato ancora una volta quanto il footgolf – disciplina nata dall’unione di golf e calcio – sia ormai diventato una pratica sportiva indipendente, capace di riscuotere un grandissimo successo di partecipazione e di pubblico, e in grado di sviluppare – grazie ai numerosi eventi organizzati nel nostro Paese – sinergie e complementarietà proficue con il mondo del Golf.

Assai note le personalità dello sport che hanno partecipato all’evento: Ivano Bonetti, Paolo Di Canio, Yuri Tamburini, Massimo Agostini, Alessandro Bianchi.

Numerosi gli sponsor: Tecso Sport, leader nel settore dell’attrezzatura sportiva; Franco Bosi che ha curato premi e trofei; Riva di Franciacorta per quanto concerne i vini offerti.

Footgolf al Riviera Golf, ecco i vincitori.

Sul podio Sergio Zorniotti (tesserato Footgolf Bluemoon di Milano), grande protagonista della seconda giornata ed autore di una grande rimonta da -4 a -13, che ha vinto la gara, seguito dal compagno di squadra Paolo Giuffrè con uno score di -11 e da Thomas Tagliapietra (Footgolf Villafranca) con -10, terzo classificato e grande interprete del Day 1.

Appena sotto il podio si sono distinti con un ottimo Day 2 i giocatori di Footgolf Liguria Andrea Bellarmino e Andrea Colombi, classificatesi a pari score (-10) a pari punteggio con il leader del primo giorno Alessio Cavicchi (Footgolf Villafranca) e il modenese Thomas Bignoni (Ghirlandina Footgolf).

Sesto Paolo Parodi (Footgolf Genova) con -9, seguito da Stefano Grigolo (Fototgolf Legnago Corradina) con -8;  chiudono la Top 10 con il medesimo punteggio di -7 Mattia Zerbini (Footgolf Emilia Romagna), Alessandro Pacchiarini (Footgolf Bluemoon) e Giuliano Geti (Cannonballs Footgolf).

Rispettivamente al 14° e 18° posto gli ex calciatori Paolo di Canio e Ivano Bonetti rispettivamente con uno score di -6 e -4.

Premi speciali: Primo Senior per Sergio Zorniotti, Super Senior per Giuliano Geti e Primo Ladies per Martina Quintarelli (Atletico Footgolf Verona).

squadra di footgolf al riviera

La prossima gara del LNF Tour si disputerà il 17 Giugno al Golf Le Vigne di Villafranca.

Prossimo importante appuntamento al Riviera Golf previsto per il 2 giugno quando si disputerà la All Inclusive Golf Challenge, sponsorizzata da Allianz Bank: previsti tanti nomi importanti del panorama golfistico nazionale.

Iscriviti alla gara CLICCA QUI o scrivi a segreteria@rivieragolf.it

lega nazionale footgolf

Il footgolf, sport nato nel 2009 dall’intuizione dell’ex attaccante Roy Mc Kay ed ormai diffusosi a livello globale, è ultimamente diventato un argomento degno di interesse in tanti dibattiti e momenti di riflessione sull’attuale panorama sportivo. A pochi giorni dal Terzo Torneo Lega Championship organizzato dalla Lega Nazionale Footgolf presso il Riviera Golf (27-28 maggio 2017), ne parliamo con Dario Ferrari, uno degli alfieri di questo innovativo ed avvincente sport.

Il footgolf nasce nei Paesi Bassi come uno sport ibrido, che mescola caratteristiche proprie di due discipline apparentemente molto diverse. Quali elementi riprende dal calcio e quali invece lo avvicinano maggiormente al “classico” golf?

“Sicuramente dal calcio deriva la potenza ed una certa dose di dinamicità insita nel footgolf, che dal golf trae invece la progettualità, l’importanza di concentrarsi, di affrontare le difficoltà e di sapersi contenere; da sottolineare poi che – a differenza del calcio ed invece in modo similare a quanto avviene nel golf – nel footgolf non ci sono arbitri: il controllo non è infatti affidato ad una figura esterna, normativa, bensì è demandato al fair play di ogni giocatore, alla sua lealtà, alla sua etica di gioco. E’infine una disciplina in cui, per procedere durante una partita, è importante saper superare il momento appena passato, l’ultima buca giocata: perché tutto può nuovamente ed improvvisamente cambiare.”

Lei è presidente della Lega Nazionale Footgolf (LNF). Come è nata e cosa si prefigge?

“La Lega è nata da un gruppo di amici che già l’anno precedente – nel 2015 quindi – collaboravano per organizzare eventi legati al territorio lombardo, collaborando con la Federazione Italiana Footgolf. Nel settembre 2016, dall’unione di quattro Associazioni Sportive Dilettantistiche, riconosciute dal CONI (Footgolf Emilia Romagna, Footgolf Liguria, Footgolf Lombardia e Footgolf Veneto) è emersa poi la nostra organizzazione che, senza fini di lucro e basandosi su principi di assoluta democrazia (con elettività delle cariche e sovranità dell’Assemblea), ha quale obiettivo l’ordinamento e la promozione del footgolf in Italia, affinché esso venga riconosciuto come una disciplina sportiva associata.”

Il footgolf è spesso definito come “uno sport inclusivo e trasversale”, capace di coinvolgere un target estremamente ampio di simpatizzanti e giocatori. E’ effettivamente così?

“Certo, è una disciplina dotata di grande dignità, che chiunque può conoscere e praticare, compresi i portatori di handicap. Sogno il giorno in cui il footgolf potrà diventare pratica paraolimpica ed essere disputata in un grande contesto sportivo come le Olimpiadi. Il carattere inclusivo di questa pratica è altresì evidente nel fatto che anche bambini non particolarmente sportivi ed innatamente portati per lo sport possono – attraverso il footgolf – trovare una certa forma di “riscatto” nell’accostarsi a tale disciplina.

Appena applicheremo la regola dell’handicap – elemento già presente nel golf – il footgolf riuscirà a manifestare appieno la propria capacità inclusiva e trasversalità, perché saranno possibili sfide tra giocatori dotati di gradi di competenza estremamente diversificati.”

footgolf al riviera

Quale è l’atteggiamento dei club e dei campi da golf nell’accogliere i footgolfisti?

“Le modalità con cui i circoli ed i campi da golf si accostano a questa “nuova” disciplina sono diverse: ci sono club estremamente chiusi ed elitari, dai costi altissimi anche per gli stessi golfisti, che si dimostrano ostici nell’aprirsi al footgolf, che viene visto come una sorta di “parente povero” del più conosciuto golf. Ci sono però altri centri golfistici che invece si sono dimostrati molto aperti nell’accogliere la nostra disciplina: alcuni di questi traevano la loro “disponibilità” verso il “nostro mondo” dalla presenza di problemi economici interni che – e ne erano consapevoli – sarebbero stati più facilmente superabili se avessero scelto di diversificare la propria offerta sportiva (non solo golf quindi, ma anche l’inserimento di altre possibili pratiche come il tennis, il nuoto, i calcio…ed il footgolf); altri – come voi del Riviera Golf! – hanno da subito capito che il footgolf è uno sport dotato di una grande dignità, capace di muovere un gran numero di sportivi, che hanno spesso anche un notevole peso sul ritorno economico (ad esempio anche nel food&beverage)”.

Ad oggi si calcola che il 7% dei footgolfisti ha iniziato a praticare anche il golf. C’ è quindi una positiva interferenza tra i due sport, che può e deve essere biunivoca?

“Certamente. Ed è una sinergia che va implementata costantemente: una delle strategie può essere quella di offrire come premio, durante le competizioni di footgolf, lezioni gratuite di golf, proprio con la finalità di creare uno scambio proficuo tra questi mondi, che per altro hanno molto in comune. Oppure un’altra modalità è quella di inserire, nei momenti di teambuilding, entrambe le discipline, sì da implementarne l’interferenza, oppure creare competizioni che mescolino ed accostino, in un identico contesto, i due sport (magari 9 buche di golf e le successive 9 di footgolf).”

Come coinvolgere i giovani in questo sport?

“E’ necessario promuovere il footgolf nelle scuole e farlo conoscere agli studenti; altra strategia proficua – e voi del Riviera l’avete brillantemente intuito con il RIVIERA SUMMER CAMP– è poi quella di organizzare camp estivi che abbiano, tra le attività proposte, anche il footgolf sì da avvicinare i più giovani. Attualmente all’interno della LNF si contano oltre 30 associazioni che hanno tra i loro obiettivi principali anche quello di allargare il target di appassionati, avvicinando a questo avvincente sport anche le fasce d’età inferiori.”

Chiudiamo con una domanda più personale, che la coinvolge direttamente. Come è nata la sua passione per questa disciplina?

Ho sempre amato il calcio, che pratico da quando avevo circa 8 anni; poi, verso i 50 anni, ho incominciato a giocare anche a golf, appassionandomi sempre più. Un giorno una collega mi ha mostrato un articolo in cui si parlava di questo “nuovo” sport, il footgolf appunto, dicendomi “Questo è il tuo sport!”. E così ho potuto finalmente coniugare le mie due pratiche sportive preferite in un unico divertente sport che le racchiudeva entrambe alla perfezione.”

Per info su gare e green fee scrivi a segreteria@rivieragolf.it

 

coach nazionale basket femminile

Oggi incontriamo Giampiero Ticchi, personaggio di spicco del basket italiano da anni all’interno del mondo della pallacanestro. Coach di numerose squadre, Ticchi – che nel 2007 è stato nominato miglior allenatore della Legadue – ha avuto anche il compito di dirigere la Nazionale Femminile, conducendo le azzurre alla vittoria della medaglia d’oro ai Giochi del Mediterraneo 2009 – ed è stato più volte legato ai Rimini Crabs.

E non solo: il suo nome è anche recentemente apparso sui quotidiani non solo perché legato al basket, ma anche per una passione che coltiva da anni e che l’ha portato più volte a gareggiare in numerose competizioni, ottenendo ottimi risultati: stiamo ovviamente parlando del golf.

“Salpo”, come è nata la sua passione per il basket?

“Ho vissuto dieci anni a Pesaro, città dalla forte tradizione cestistica: quasi impossibile per un bambino non entrare a contatto con la pallacanestro, magari attraverso la scuola o l’esperienza del minibasket. E così è stato anche nel mio caso.”

E’ stato CT della Nazionale Femminile Basket. Come è stato allenare una squadra composta da donne?

“E’ stata una bellissima esperienza perché era un gruppo caratterizzato da una grandissima etica del lavoro. Da un lato è più facile allenare una squadra composta da donne perché in loro il senso di autorità legato all’essere guidate da un CT che appartiene al mondo maschile è ontologicamente presente e ben radicato, e ciò si riflette positivamente nel lavoro svolto insieme. Dall’altro però proprio il loro appartenere all’universo femminile può costituire un iniziale ostacolo perché pretendono una chiarezza e una sincerità totali, ma sanno ripagare con grande lealtà la trasparenza che l’allenatore mostra verso di loro”.

Da anni pratica il golf. Come è nata questa passione?

“Ero incuriosito dal golf ma inizialmente ne ero altresì intimorito perché anche in me era vivo il pregiudizio secondo cui è uno sport elitario, “per pochi”. Poi un giorno ho deciso di entrare nel campo prova di Gabicce monte (ora chiuso ndr), collocato all’interno di una oasi naturale bellissima: dopo qualche lezione – utile a focalizzare il “gesto tecnico” – mi sono appassionato a questa disciplina che ho il piacere di praticare spesso anche presso il vostro meraviglioso campo Riviera Golf.

Parlavamo di pregiudizi: cosa risponde a chi sostiene che il golf è uno sport elitario e destinato esclusivamente a un determinato target?

“Innanzitutto voglio sottolineare che questo non è l’unico pregiudizio legato alla disciplina golfistica, che viene altresì spesso vista come una pratica “contemplativa”, distante dal mondo sportivo; niente di più errato: il golf è infatti uno sport a tutti gli effetti che – oltre al “gesto tecnico” – richiede doti fisiche ben precise quali l’elasticità, la forza, l’equilibrio e la dinamicità, tutti elementi presenti anche in altre attività ginniche. E’ uno sport competitivo, in cui la preparazione fisica si deve necessariamente accompagnare alla concentrazione ed al controllo mentale.

Tornando poi al preconcetto che vede il golf come pratica “esclusiva”, penso che esso sia legato all’origine di tale disciplina, nata in ambienti socioeconomici privilegiati e quindi inizialmente destinata a pochi eletti; attualmente però è uno sport dai costi paragonabili a quelli che caratterizzano ad esempio il tennis e il ciclismo, e quindi avvicinabile da un target assai più ampio e diversificato: una disciplina “trasversale”, amata da un pubblico ampio e ben composito. L’unico elemento “elitario” all’interno del golf è la necessità, per praticarlo, di una buona dose di tempo, bene prezioso e ultimamente non così scontato”.

Lei ama da sempre il basket e ha ottenuto ottimi risultati in ambito golfistico. Quali possono essere i punti in comune tra discipline così apparentemente distanti?

giampiero ticchi al riviera golf

“Sono sport molto differenti ma risultano altresì legati da un elemento che risulta centrale in entrambi: la concentrazione. Infatti è proprio la capacità di focalizzare un obiettivo e di attivare una strategia per ottenerlo la caratteristica – forse l’unica – che può accostare queste due discipline”.

Sempre parlando di proficua sinergia tra golf e basket, le è mai capitato di coinvolgere i suoi giocatori su un green per un allenamento o un momento di relax al di fuori del consueto allenamento?

“Certo, è accaduto più volte sia a Bologna sia ad Imola: penso sia fondamentale diversificare le strategie di preparazione e concedere una occasione di evasione per superare la quotidianità dell’allenamento o per allentare la tensione derivante, ad esempio, da una partita imminente. I giocatori di basket hanno apprezzato tantissimo questa possibilità, superando l’iniziale imbarazzo derivante dalla ovvia mancanza di preparazione tecnica in ambito golfistico, e dimostrandosi molto competitivi nel voler raggiungere la buca.”

Quando si trova sul green e tiene tra le mani la mazza da golf, riesce a “staccare” o la sua attenzione rimane comunque in parte focalizzata sul “suo” basket?

No, la bellezza del golf risiede anche in questo: è uno sport che sa assorbire totalmente il giocatore, regalandogli la possibilità di allontanarsi realmente da tutto, godendo del momento e della concentrazione necessaria al “gesto tecnico” e alla competizione. Sul green penso solo ad immergermi nel gioco e gioire del gusto derivante dal vivere appieno una esperienza così totalizzante come è quella del golf.”