Il golf e le donne. Un onore precluso al gentilsesso per oltre 260 anni.

GOLF “Gentlemen Only Ladies Forbidden”

Quando si parla dell’origine del termine “golf”, alcuni ipotizzano che derivi dall’acronimo “Gentlemen Only Ladies Forbidden”, ovvero “Solo per Gentiluomini, Vietato alle Donne”; certamente si tratta di una falsa ed ironica etimologia che però conserva in sé il riferimento ad una realtà storica, ovvero alla nascita della pratica golfistica come attività preclusa al sesso femminile, divieto rimasto a lungo inalterato: basti pensare che solo nel 2014 lo storico Royal and Ancient Club di Saint Andrews – ritenuto per secoli la “capitale del golf” – ha aperto le porte della memership alle giocatrici, che da allora possono diventare socie a tutti gli effetti: un onore precluso al sesso femminile per oltre 260 anni!

In realtà ben prima di questa data così rappresentativa, molte giocatrici – dotate di grinta e passione che non hanno nulla da invidiare a quelle dei loro colleghi – hanno praticato sul green, dimostrando così il carattere inclusivo e trasversale del golf, che si caratterizza come uno sport praticabile da chiunque, senza alcuna distinzione anagrafica, sociale …o di gender.

Infatti, benché i numeri e le statistiche propendano ancora per una predominanza maschile sul campo, è innegabile che sin dalle origini del golf moderno a giocare ci siano state anche numerose presenze femminili; basti pensare che all’ormai lontano 1893 risalgono sia la nascita della Ladies Golf Union (tra giocatrici dilettanti provenienti da Irlanda e Gran Bretagna), sia il primo Ladies’ British Amateur Championship, che fu disputato presso il Royal Lytham & St. Anne’s.

golf femminile

Altra data storica per quanto concerne il rapporto tra il golf e le donne, è il 1950 quando si costituisce la Ladies Pga of America, formata dalle giocatrici professioniste statunitensi ed emblema dell’affermazione femminile nel panorama sportivo golfistico. In Europa il golf femminile professionistico si afferma invece più recentemente, quando – verso la fine degli anni ’70 – si costituisce in Gran Bretagna la prima organizzazione di giocatrici “pro” che porta poco dopo alla creazione di una versione europea e di un vero e proprio circuito di gare (chiamato dal 2000 “Ladies European Tour”).

Anche nel circuito golfistico femminile esistono poi i Major, i tornei più attesi e prestigiosi: dal 1950 lo Us Open, dal 1955 lo Us Pga Championship, dal 1979 il British Open, seguiti poi da quello nato nel 1983 e dall’Evian Masters dal 2013.

Nonostante le diverse associazioni di giocatrici e le gare ad esse connesse, esiste ancora un notevole divario tra il golf maschile e quello femminile: basti pensare che – per quanto riguarda i montepremi in palio – se tra gli uomini il rapporto tra il tour americano e quello europeo è nell’ordine di due a uno (circa 320 milioni di dollari previsti negli USA contro i circa 185 in palio in Europa), nel contesto femminile tale gap è ancora più ampio, aggirandosi ad un rapporto intorno al quattro a uno per quanto concerne il premio economico, ma anche per quanto riguarda il numero di tornei che si disputano in ogni stagione (30 negli Stati Uniti e solo una ventina circa nell’antica Europa!).

Il golf e le donne. Una giocatrice da 2.8 milioni di dollari.

golfiste donne

Comunque, le competizioni femminili della Lpga statunitensi generano un grande interesse in termini di pubblico, audience e sponsor: lo conferma la campionessa Lydia Ko – neozelandese di origine coreana diventata la numero uno al mondo all’età di soli 17 anni e nove mesi – che nel 2015 ha guadagnato oltre 2.8 milioni di dollari, rispetto ai “soli” 350 mila dollari della miglior giocatrice europea.

Il successo in termini di interesse ottenuto dalle gare femminili ha avuto come positiva conseguenza una generale apertura nei confronti del golf rosa da parte di diversi organi di controllo ed associazioni, uno fra tutti lo storico Royal and Ancient Club di Saint Andrews che dal 2017 ha acconsentito ad aumentare i finanziamenti per le competizioni femminili (Ladies European Tour ed il LET Access Series), dimostrando una proficua apertura verso il panorama golfistico delle donne.

Il golf e le donne … e i bambini.

Il carattere inclusivo del golf ed il suo riflettersi sul mondo femminile ha poi – si è visto – una positiva ricaduta anche sul target più giovani: una recente ricerca effettuata da Syngenta, dimostra infatti come l’incremento della partecipazione femminile sul green favorisca, conseguentemente, l’avvicinarsi al golf da parte delle fasce più giovani. In particolare, rispetto ai “colleghi” maschi, le donne sono disposte a portare in campo con sé i figli nel 38% in più dei casi rispetto agli uomini, e, quindi, 1000 nuove madri giocatrici possono tradursi in ben 720 potenziali praticanti giovanissimi rispetto ad uno stesso numero di nuovi giocatori di sesso maschile! Ne consegue la necessità di incentivare il coinvolgimento femminile per estendere il target di potenziali giocatori.

Il golf e le donne. Ecco le più famose.

Per quanto concerne i nomi, tante le giocatrici con una carriera di tutto rispetto: oltre alla già citata Lydia Ko, impossibile non citare, solo per fare qualche nome, Suzann Pettersen, Stacy Lewis, So Yeon Ryu, Ariya Jutanugarn, Lexi Thopson, Beatriz Recari, Anna Nordqvist; in Italia spiccano Virginia Elena Carta, Giulia Molinaro, Carlotta Ricolfi, Bianca Fabrizio, Alessia Nobilio, Emilie Paltrinieri, Angelica Moresco.

All’interno dei singoli golf club, sono ormai notevoli i numeri delle tesserate donne.

Il golf e le donne al Riviera Golf.

orietta barocci golf al femminile

Presso il nostro campo l’interesse femminile verso il mondo del golf trova conferma nelle circa trenta socie, che ogni giorno ci scelgono per esercitarsi, sfidarsi e godere delle straordinarie bellezze del territorio in cui il Riviera Golf è inserito.

Tra le giocatrici più forti, impossibile non pensare alla cattolichina Orietta Barocci che – solo per citare le ultime gare – si è distinta nel Trofeo Lexus Day Car dello scorso 14 maggio (nell’ambito del quale ha conquistato il Longest Drive femminile), nel Bmw Golf Cup International dello scorso 11 giugno ove ha prevalso nella classifica lorda femminile, nel Golf and Food Cup di domenica 18 giugno ove ha vinto il Primo Lady e nella Dreamcars Mercedes Benz, gara stableford svoltasi domenica 25 giugno.

Ci auguriamo che nel prossimo futuro le associazioni, gli sponsor, i finanziamenti decidano di accordar sempre maggior fiducia al mondo del golf femminile e permettano di superare gli antichi pregiudizi che attualmente risultano anacronistici e del tutto immotivati.

Le golfiste ci sono e sanno offrire uno spettacolo intenso, paragonabile a quello dei loro colleghi: “carta canta”.

Vieni a giocare a golf con noi!

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