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coach nazionale basket femminile

Oggi incontriamo Giampiero Ticchi, personaggio di spicco del basket italiano da anni all’interno del mondo della pallacanestro. Coach di numerose squadre, Ticchi – che nel 2007 è stato nominato miglior allenatore della Legadue – ha avuto anche il compito di dirigere la Nazionale Femminile, conducendo le azzurre alla vittoria della medaglia d’oro ai Giochi del Mediterraneo 2009 – ed è stato più volte legato ai Rimini Crabs.

E non solo: il suo nome è anche recentemente apparso sui quotidiani non solo perché legato al basket, ma anche per una passione che coltiva da anni e che l’ha portato più volte a gareggiare in numerose competizioni, ottenendo ottimi risultati: stiamo ovviamente parlando del golf.

“Salpo”, come è nata la sua passione per il basket?

“Ho vissuto dieci anni a Pesaro, città dalla forte tradizione cestistica: quasi impossibile per un bambino non entrare a contatto con la pallacanestro, magari attraverso la scuola o l’esperienza del minibasket. E così è stato anche nel mio caso.”

E’ stato CT della Nazionale Femminile Basket. Come è stato allenare una squadra composta da donne?

“E’ stata una bellissima esperienza perché era un gruppo caratterizzato da una grandissima etica del lavoro. Da un lato è più facile allenare una squadra composta da donne perché in loro il senso di autorità legato all’essere guidate da un CT che appartiene al mondo maschile è ontologicamente presente e ben radicato, e ciò si riflette positivamente nel lavoro svolto insieme. Dall’altro però proprio il loro appartenere all’universo femminile può costituire un iniziale ostacolo perché pretendono una chiarezza e una sincerità totali, ma sanno ripagare con grande lealtà la trasparenza che l’allenatore mostra verso di loro”.

Da anni pratica il golf. Come è nata questa passione?

“Ero incuriosito dal golf ma inizialmente ne ero altresì intimorito perché anche in me era vivo il pregiudizio secondo cui è uno sport elitario, “per pochi”. Poi un giorno ho deciso di entrare nel campo prova di Gabicce monte (ora chiuso ndr), collocato all’interno di una oasi naturale bellissima: dopo qualche lezione – utile a focalizzare il “gesto tecnico” – mi sono appassionato a questa disciplina che ho il piacere di praticare spesso anche presso il vostro meraviglioso campo Riviera Golf.

Parlavamo di pregiudizi: cosa risponde a chi sostiene che il golf è uno sport elitario e destinato esclusivamente a un determinato target?

“Innanzitutto voglio sottolineare che questo non è l’unico pregiudizio legato alla disciplina golfistica, che viene altresì spesso vista come una pratica “contemplativa”, distante dal mondo sportivo; niente di più errato: il golf è infatti uno sport a tutti gli effetti che – oltre al “gesto tecnico” – richiede doti fisiche ben precise quali l’elasticità, la forza, l’equilibrio e la dinamicità, tutti elementi presenti anche in altre attività ginniche. E’ uno sport competitivo, in cui la preparazione fisica si deve necessariamente accompagnare alla concentrazione ed al controllo mentale.

Tornando poi al preconcetto che vede il golf come pratica “esclusiva”, penso che esso sia legato all’origine di tale disciplina, nata in ambienti socioeconomici privilegiati e quindi inizialmente destinata a pochi eletti; attualmente però è uno sport dai costi paragonabili a quelli che caratterizzano ad esempio il tennis e il ciclismo, e quindi avvicinabile da un target assai più ampio e diversificato: una disciplina “trasversale”, amata da un pubblico ampio e ben composito. L’unico elemento “elitario” all’interno del golf è la necessità, per praticarlo, di una buona dose di tempo, bene prezioso e ultimamente non così scontato”.

Lei ama da sempre il basket e ha ottenuto ottimi risultati in ambito golfistico. Quali possono essere i punti in comune tra discipline così apparentemente distanti?

giampiero ticchi al riviera golf

“Sono sport molto differenti ma risultano altresì legati da un elemento che risulta centrale in entrambi: la concentrazione. Infatti è proprio la capacità di focalizzare un obiettivo e di attivare una strategia per ottenerlo la caratteristica – forse l’unica – che può accostare queste due discipline”.

Sempre parlando di proficua sinergia tra golf e basket, le è mai capitato di coinvolgere i suoi giocatori su un green per un allenamento o un momento di relax al di fuori del consueto allenamento?

“Certo, è accaduto più volte sia a Bologna sia ad Imola: penso sia fondamentale diversificare le strategie di preparazione e concedere una occasione di evasione per superare la quotidianità dell’allenamento o per allentare la tensione derivante, ad esempio, da una partita imminente. I giocatori di basket hanno apprezzato tantissimo questa possibilità, superando l’iniziale imbarazzo derivante dalla ovvia mancanza di preparazione tecnica in ambito golfistico, e dimostrandosi molto competitivi nel voler raggiungere la buca.”

Quando si trova sul green e tiene tra le mani la mazza da golf, riesce a “staccare” o la sua attenzione rimane comunque in parte focalizzata sul “suo” basket?

No, la bellezza del golf risiede anche in questo: è uno sport che sa assorbire totalmente il giocatore, regalandogli la possibilità di allontanarsi realmente da tutto, godendo del momento e della concentrazione necessaria al “gesto tecnico” e alla competizione. Sul green penso solo ad immergermi nel gioco e gioire del gusto derivante dal vivere appieno una esperienza così totalizzante come è quella del golf.”